Lo evidenzia una ricerca sulle protocellule condotta dalle Università di Pisa, Bari e del Salento, che si è guadagnata la copertina della rivista scientifica ‘Integrative Biology’ della American Chemical Society
Origine della vita, uno studio rafforza “l’idea di una organizzazione spontanea dei primi e rudimentali proto-organismi della storia della vita, il cui punto di forza è l’interazione, certamente complessa e ancora non completamente compresa, tra le membrane e le macromolecole”. E’ quanto evidenzia una ricerca sulle protocellule – che si usano per studiare alcune proprietà delle cellule biologiche vere – condotta dalle Università di Pisa, Bari e del Salento, che si è guadagnata la copertina della rivista scientifica ‘Integrative Biology’ della American Chemical Society.
“Tra i tanti problemi che concernono la comprensione di come si sia sviluppata la vita sulla terra, c’è anche il rapporto tra membrane cellulari e contenuto della cellula” spiega il coordinatore della ricerca, Roberto Marangoni, docente all’Università di Pisa. Al quesito fondamentale se sia nato prima il contenuto cellulare o la membrana una possibile soluzione, si spiega, è venuta circa dieci anni fa, quando gli scienziati hanno osservato il cosiddetto ‘supercrowding effect’, fenomeno in base al quale nel processo di formazione delle protocellule di piccolissime dimensioni, la stragrande maggioranza è risultata vuota, alcune invece (assai rare), completamente piene. L’esistenza di quest’ultime protocellule ‘piene’ mette le basi per sciogliere il paradosso della formazione della membrana e del contenuto cellulare: nessuno si forma prima dell’altro, il meccanismo è simultaneo seguendo un processo di organizzazione spontanea. Da questa scoperta, spiega Marangoni, il passo successivo è stato “capire come queste protocellule ricche di contenuti si comportano durante la riproduzione, un processo che comporta la rottura e la ricostituzione delle membrane e che potrebbe quindi causare la perdita di materiale interno pregiudicando la funzionalità delle protocellule ‘figlie’. La nostra ricerca indica che questo non accade e che la perdita di materiale fra protocellula ‘ricche’ è molto basso. Questo meccanismo insieme al ‘supercrowding effect’ – conclude – rafforza l’idea di una organizzazione spontanea dei primi e rudimentali proto-organismi della storia della vita, il cui punto di forza è l’interazione, certamente complessa e ancora non completamente compresa, tra le membrane e le macromolecole”.