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“Lago Belfiore”, il Tar condanna il privato a pagare 1.4 milioni di euro al Comune di Firenze

Lago Belfiore

Firenze, Lago Belfiore: il Tar condanna il privato a pagare al Comune 1,4 milioni di danno di immagine per i 15 anni di abbandono del cantiere.

Il Tar Toscana ha condannato il privato a pagare al Comune di Firenze circa 1,4 milioni di euro per il danno di immagine causato dagli oltre 15 anni di ritardi nei lavori per lo studentato in viale Belfiore, creando nel centro di Firenze quello che venne ribattezzao come ‘Lago Belfiore’, immortalato anche in un ironico servizio nella trasmissione televisiva, ‘Striscia la Notizia‘.

“Alla ricorrente principale – si legge nella sentenza rilasciata- è ascrivibile una inadempienza non istantanea causa dello stato di persistente degrado dell’area, dannoso per il decoro di una zona centrale del Comune di Firenze e testimoniato dall’incuria nella tenuta del cantiere i cui effetti si sono protratti nel tempo e sono tuttora visibili”.

“Una sentenza importante – ha detto l’assessore all’Urbanistica Cecilia Del Re – perché dimostra come lo stato di abbandono di un cantiere privato possa avere conseguenze dannose oltre il limite del cantiere stesso, ovvero per la città tutta, che sono state riconosciute degne di essere risarcite.”

“Nel caso di specie -continua-, in particolare, l’amministrazione comunale ha chiesto nel 2020 un risarcimento del danno all’operatore privato in virtù dello stato di abbandono del cantiere presente nel cosiddetto buco Belfiore, che si è protratto per anni e con solleciti dell’amministrazione rimasti via via privi di riscontro.”

“Si tratta -conclude l’assessore Del Re- dunque di una sentenza che stabilisce un principio importante, suscettibile di essere applicato in futuro rispetto ad altre situazioni in cui spesso le amministrazioni pubbliche si trovano senza molti strumenti per sbloccare situazioni di cantieri privati che si trovano in uno stato di abbandono”.

Il piano di recupero dell’area

Il Piano di recupero dell’area era stato approvato del Consiglio comunale nel 2005, con permesso di costruire rilasciato a gennaio 2006. In seguito, pur essendo stato comunicato dall’operatore l’avvio dei lavori, lo stato del cantiere è rimasto fermo, ad eccezione di opere di scavo per le quali sono subito emerse la situazione precaria del cantiere e le problematiche di sicurezza.

Fin dal 2011 quindi l’amministrazione ha chiesto alla società un dettagliato rapporto sulle condizioni di sicurezza, stabilità dello scavo, sorveglianza, monitoraggio e manutenzione del cantiere, sollecitando ripetutamente ogni misura necessaria per garantire l’incolumità delle persone e poi ad attivarsi per il completamento dei lavori.

La richiesta del privato e la replica del Comune

Nonostante i vari disagi causati dallo stato del cantiere, nel 2020 il privato ha presentato ricorso al Tar Toscana per ottenere la restituzione degli oneri di urbanizzazione che a suo tempo aveva versato per l’intervento mai realizzato.

Alla richiesta di oltre 7,5 milioni per rimborso il Comune di Firenze ha replicato chiedendo che venissero riconosciuti all’ente a compensazione, non solo crediti pregressi, ma anche un credito derivante dai danni e disagi causati dallo stato del cantiere.

Il Tribunale ha quindi riconosciuto crediti del Comune di Firenze per oltre 4 milioni di euro, di cui circa 1,4, per il danno all’immagine derivante dalle conseguenze dello stato del cantiere.

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