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#Lamiavittoria: lo sport non è una gara!

#Lamiavittoria: Lo sport non è una gara!

Una nuova campagna nata per promuovere in Toscana un’idea di sport accessibile e senza stereotipi, nata nell’ambito del  progetto “S.o.s-Sport Opportunità e Società” che ha coinvolto centinaia di adolescenti del territorio, ai quali è stata rivolta la domanda “cos’è per te la vittoria?”. Dalle risposte è emersa un’idea di sport lontana dalla competizione, ma più incentrata sul benessere.

Nella prima parte del progetto “S.o.S – Sport Opportunità e Società” , che è promosso da Associazione Co-Cò ed Ed-Work nell’ambito del progetto The Care, è stata rivolta la domanda “Cosa è per te la vittoria” a centinaia di adolescenti coinvolti e tra le risposte più frequenti c’è stato, “Divertirsi”, “Avere persone di cui fidarsi”, “Conoscere il proprio corpo e misurarsi con i propri limiti”, “Impegnarsi a fare bene per sé e per gli altri”, “Avere un tempo in cui dedicarsi a una cosa sola con concentrazione” e semplicemente “Stare bene”. Le risposte che hanno dato saranno quindi il contenuto della campagna di comunicazione prevista dal progetto

La campagna nasce anche in seguito a degli incontri formativi che hanno riunito Bambine e bambini, giovani altlete/i, famiglie, allenatrici e allenatori di tre società sportive del territorio (Centro Storico Lebowski; Scandicci Rugby ASD, The Dreamers Academy) con l’obiettivo di mettere a fuoco le ragioni della insufficiente partecipazione dei ragazzi alla vita sportiva.  Tra i principali ostacoli riscontrati ci sono costi di iscrizione elevati, mancanza di strutture accessibili, stereotipi legati al genere, a forme di disabilità, al background socio-economico, ma fra questi l’ostacolo il più sentito e percepito dai ragazzi  è stato, lo sguardo adulto su ciò che motiva i giovani a fare sport. 

Spesso gli adulti, anche i genitori, pensano infatti che la motivazione debba arrivare dalla competizione, la performance, l’affermazione personale, e quindi La vittoria. Un’idea dello sport che è molto condizionata dalla “cultura della performance” in cui tutte e tutti siamo immersi, offline ma anche e soprattutto online. L’obiettivo è quello di  scardinare le dinamiche (gestite spesso dagli adulti) che limitano la partecipazione dei bambini e dei ragazzi alla vita sportiva, preziosa per la loro crescita, e promuovere un’idea dello sport più incentrato sul benessere che sulla competizione 

 

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