Sab 21 Dic 2024
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ToscanaCronacaLavoratori del credito riuniti in Toscana per 'redistribuzione e recupero diritti"

Lavoratori del credito riuniti in Toscana per ‘redistribuzione e recupero diritti”

Salario, riduzione di orario, disconnessione, superamento del jobsact e del salario di ingresso sono le principali richieste emerse oggi a Firenze dall’assemblea regionale dei delegati del settore del credito per il lancio della piattaforma contrattuale. Nei prossimi giorni inizieranno le assemblee unitarie che entro la fine di maggio chiameranno al voto sulla piattaforma  i 20.000 lavoratori bancari della Toscana, dove gli sportelli si sono ridotti in 4 anni da 2.310 ai  1.968 attuali.

‘La riduzione del costo del lavoro e l’aumento di produttività  senza alcuna ricaduta sui lavoratori, impongono politiche redistributive e di recupero dei diritti’ – afferma il segretario generale regionale della Fisac Cgil Daniele Quiriconi intervistato da Gimmy Tranquillo.

Fra le richieste avanzate quella di una norma sulla “disconnessione” che obblighi le aziende a non comunicare oltre l’orario attraverso gli strumenti e i dispositivi aziendali ( dagli smartphone alle mail).

Si richiede inoltre la “sterilizzazione” delle norme sul licenziamento senza giusta causa reso libero dal cosiddetto “Jobsact”, una riduzione settimanale di orario di 30 minuti, il superamento del salario di ingresso per i giovani istituito nel periodo di crisi del sistema.

In generale norme, dalla parità di genere, alle discriminazioni e le molestie, alle pressioni  commerciali, all’inquadramento, allo smart working, attualizzino e rendano meno sbilanciato e più equo il rapporto di lavoro.

Il settore ha subito nei 4 anni tra un contratto e un altro una pesante riorganizzazioni: in Toscana i lavoratori sono passati dai 24.000 del 2014 ai 20.000 del dicembre 2018 ( escluse le BCC)  mentre gli sportelli si sono ridotti da 2.310 ai  1.968 attuali. La riduzione del costo del lavoro e l’aumento di produttività realizzato con profitti che hanno ripreso a crescere “senza alcuna ricaduta sui lavoratori, impongono politiche redistributive e – si legge in una nosta della Fisac – di recupero dei diritti in un lavoro sempre più segnato dalle innovazioni, dall’irrompere di tecnologia e nuovi competitor “spuri” come in nessun altro comparto”.