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🎧 Lavoratori ERP in presidio per il rinnovo del contratto nazionale

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🎧 Lavoratori ERP in presidio per il rinnovo del contratto nazionale
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Alcune decine di lavoratori delle aziende di edilizia residenziale pubblica si sono riuniti in presidio davanti alla sede della Regione Toscana per chiedere il rinnovo del contratto nazionale Federcasa, scaduto dal 2021. Così anche i dipendenti Casalp che stamani hanno manifestato a Livorno.

La protesta, indetta dalla Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, punta a un incremento economico che tuteli i salari dall’inflazione e il riconoscimento degli arretrati legati al mancato rinnovo del contratto nazionale. In Toscana, spiega la Fp Cgil Toscana in una nota, ci sono undici aziende pubbliche (Arezzo Casa Spa, Publicasa, Casa Spa Firenze, Edilizia Provinciale Grossetana, Casa Livorno, Erp Lucca, Erp Spa Massa Carrara, Apes, Spes, Edilizia Pubblica Pratese, Siena Casa Spa) che gestiscono un patrimonio di quasi 6mila immobili, con 45mila inquilini. Circa 390 i dipendenti, tecnici e amministrativi per una media regionale di 128 alloggi gestiti per dipendente. La “protesta è stata promossa per il rinnovo contrattuale che si mantiene su indici di rinnovo percentuali molto bassi e, più in generale, per riportare l’attenzione su una delle problematiche molto discusse cioè quello delle case popolari che da anni non godono dell’attenzione da parte del Governo. Non vengono destinate risorse sufficienti per mantenere gli immobili di edilizia pubblica che è uno dei servizi essenziali insieme al servizio sanitario e alla scuola”. Così Nicola Zanobini, rappresentante sindacale della Uil, che prosegue: “quello delle “case popolari è un problema enorme che i governi rimandano, ma la soluzione è quella di destinare maggiori fondi all’edilizia sociale”. 

“La proposta dei vari datori di lavoro è ignobile, si aggira attorno al 5-8%, oggettivamente insufficiente, oramai l’inflazione programmata si aggira attorno al 16%, siamo quindi pienamente insoddisfatti”, sottolinea Bruno Pacini, segretario generale regionale FP Cgil. “Oltretutto ci sono anche minacce da parte del datore di lavoro di cambio del contratto, una minaccia che in questo momento sta inquinando il tavolo delle trattative”.

Serena Spinelli. “Il problema è tutto sul piano nazionale – ha detto Spinelli – ma ci siamo incontrati con i sindacati perché il tema dell’edilizia residenziale pubblica è centrale per la Regione Toscana. Riteniamo che la casa sia uno dei temi centrali su cui investire e necessita di un maggior investimento di risorse sul piano nazionale. Come Regione stiamo cercando di fare la nostra parte”. Al presidio, ha detto Spinelli, ho “raccolto le istanze dei sindacati e saremo portatori di queste istanze per quanto di nostra competenza”.

“Siamo venuti a sostenere le rivendicazioni dei lavoratori di Ferdercasa, lavoratori che si interfacciano quotidianamente con gli inquilini delle case popolari e quindi contribuiscono affinchè il diritto alla casa diventi un diritto per tanti cittadini toscani, e anche nazionali perchè questa è una rivendicazione nazionale – dice Laura Grandi, segretaria generale del Sunia-. Si tratta di contratti di lavoro non rinnovati da molti anni, ma anche di tutta la parte normativa relativa alla sicurezza, deve quindi entrare un nuovo contratto a difesa e sotegno dei lavoratori”. Nella città labronica, manifestano anche i dipendenti Casalp davanti alla sede dell’azienda. “Chiediamo un incremento economico che tuteli i salari a fronte dell’inflazione e che siano riconosciuti arretrati adeguati all’attesa per il rinnovo. Mauro Scalabrini, segretario generale della Fp-Cgil provincia di Livorno, parla inoltre della carenza di personale in Casalp: “L’azienda conta attualmente poco più di una cinquantina di dipendenti: per poter fornire risposte migliori e veloci alle utenze più fragili servirebbero almeno 25 nuove assunzioni. La provincia di Livorno – dopo quella di Firenze – è infatti il secondo territorio a livello regionale con più alloggi di edilizia residenziale da gestire. Alcuni sportelli della nostra provincia possono restare aperti solo alcuni giorni alla settimana a causa della carenza di personale: per fornire risposte più puntuali alle esigenze delle persone che si trovano in difficoltà serve una svolta”.