La crisi dell’Ancelor Mittal rischia di avere ricadute anche sulla Sanac di Massa. “Lo Stato intervenga direttamente”, la richiesta del gruppo consiliare di ‘Sì Toscana a sinistra’ in Regione Toscana. L’azienda di Massa è specializzata in refrattari per acciaierie dove si paventano oltre 120 licenziamenti.
La decisione annunciata da Arcelor Mittal di restituire l’Ilva ai commissari avrà pesanti ricadute sulle aziende controllate e sull’indotto. Questo è quanto denunciano gli esponenti della sinistra toscana Tommaso Fattori e Paolo Sati insieme a Nicola Cavazzuti di Prc di Massa. Nel circuito fa parte anche Sanac, con stabilimento a Massa Carrara, che dipende per oltre il 70% da Ilva e che, rispetto a sei anni fa, non ha più un mercato alternativo.
“A Taranto, come anche a Piombino – concludono -, con le fabbriche aperte, va messa in atto la bonifica e va mostrato ad una cittadinanza stanca e sempre più restia a subire l’inquinamento in cambio di occupazione, che in un periodo di tempo ragionevole può tornare a respirare aria pulita, bere acqua e vivere in un territorio non avvelenato. Va chiusa la pagina degli imprenditori speculatori e inquinatori, immediatamente. Se produrre acciaio è strategico per il nostro paese, allora è necessario un intervento pubblico e sono necessarie politiche industriali in un quadro di innovazione tecnologica e transizione ecologica”.
I sindacati Fiom, Fim e Ui hanno indetto uno sciopero di 24 ore per domani in tutti gli stabilimenti di Arcelor Mittal. La protesta partirà alle ore 7 del mattino e le segreterie territoriali definiranno le modalità di mobilitazione.