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Le Case del Popolo, un presidio sociale e democratico: un convegno nel segno di Sergio Sozzi

Il 23 novembre il convegno a Impruneta sulla figura professionale, umana e politica dell’arch.Sergio Sozzi, per lanciare il progetto di digitalizzazione del suo archivio.

Sergio Sozzi è stato un architetto, un intellettuale (‘organico’ nel senso nobile del termine), un urbanista, un politico (fu sindaco di Impruneta dal 1956, quando aveva solo 29 anni, al 1960). Avrebbe voluto essere anche un musicista, disciplina che praticò studiando il violino e che sempre l’affascinò.

Sozzi è scomparso all’età di 94 anni, il 23 novembre del 2021, lasciando un archivio vastissimo: materiali che riguardano progetti di edilizia sociale, di scuole, di case del popolo, di cinema e teatri, di fabbriche, di monumenti pubblici alla resistenza e ai martiri del fascismo, di sedi del Partito Comunista Italiano al quale l’architetto Sozzi era iscritto dall’immediato dopoguerra. I luoghi dove si è svolta, e in parte continua ancora a svolgersi, la vita sociale, culturale, politica, di istruzione e di lavoro di un pezzo di società toscana (fiorentina in particolare).Luoghi che sono stati costruiti dai primi anni ‘50 dello scorso secolo fino al primo decennio dell’attuale secolo in una lunga vita professionale.

Questo archivio, dichiarato di interesse storico documentario con atto 10/2023 della Soprintendenza Archivistica della Toscana e conservato presso la Casa del Popolo di Impruneta, è oggi al centro di un progetto di digitalizzazione indispensabile per poter consentire un uso appropriato dei materiali (spesso in cartaceo o su carta tecnica) e consentirne la maggiore diffusione possibile fra gli studiosi, gli architetti, gli studenti delle università italiane.

Figlio di Gastone, che la violenza fascista uccise pochi mesi dopo la sua nascita, Sergio Sozzi è stato anche consigliere comunale a Firenze dal 1961 al 1980, ricoprendo l’incarico di assessore ai lavori pubblici dal 1975 al 1980 nella prima giunta Gabbuggiani e membro della commissione urbanistica sempre a Palazzo Vecchio dal 1963 al 1990.

Nella sua persona l’intellettuale e il tecnico non si separa dal politico e da una ‘certa’ visione della società e dell’umanità.

“Lavorando con Sergio Sozzi -racconta l’architetto Gianni Biagi, a sua volta assessore all’urbanistica del comune di Firenze nella giunta Domenici- ho compreso fino in fondo che il mestiere di architetto è si un mestiere tecnico, ma anche sociale e visionario. Ma soprattutto ho compreso che per fare bene l’architetto bisogna volere bene alle persone. Devi sentire addosso la responsabilità di contribuire a cambiare in modo sostanziale il luogo di vita delle persone e per questo gli devi volere bene, in particolare ai più deboli.Ed è per questo che abbiamo deciso con alcuni colleghi del suo studio e con altri amici di riordinare il suo archivio per poterlo mettere a disposizione di tutti”.