Quando hai in mente un concetto (il capovolgimento intimo, sociale, lavorativo, fisico come chiave di volta per nuove consapevolezze) e ci pensi, ci ripensi, per tanti anni. Mentre i fatti della vita, le scelte, il passare stesso del tempo ti cambiano e capisci che quel concetto è sempre valido anzi oggi più che mai. Arriva allora un momento in cui ne cogli l’urgenza. La necessità di realizzare e condividere ciò in cui credi. Questo è Donne Capovolte, un sogno rimasto nel cassetto per anni che finalmente grazie alla riunione di persone che ne hanno colto spirito e corpo, vede la luce.
Una creazione editoriale al femminile finalizzata a sostenere una progettualità etica rivolta alle giovani generazioni. Fare delle parole uno strumento concreto di crescita intima e sociale. Donne Capovolte è diventato questo.
Ricordo ad uno ad uno i momenti in cui ciascuna autrice mi ha detto sì ci sto! E quanta emozione e forza mi ha regalato. Un incontro fulmineo in bicicletta con Cristina, due parole al volo ma un legame innato; il sì incondizionato di Susanna, Francesca e Giovanna; l’abbraccio pieno di idee e intuizioni con Vivilla; i timori e le sfide di Sara, Claudia, Silvia e Alessandra; l’entusiasmo e la disponibilità di Diana, Luana, Danila e Angela che trovò una definizione lungimirante e perfetta: “saremo tutti pezzi di stoffa di un vestito che cucirai”; la bravura e sensibilità di Isabella e delle donne di Nosotras.
Superare la fine di un grande amore, sfuggire a una relazione violenta, rinascere dopo un abuso, rileggere il libro della famiglia con una consapevolezza diversa, tornare a sorridere dopo un grande dolore, cambiare rotta, riflettere su ciò che siamo e su ciò che realmente vogliamo.
Ognuna ci racconta un capovolgimento di vita o prospettiva. Ma non concepito o vissuto come una caduta dalla quale non ci si può rialzare, bensì una spinta a cambiare direzione o impostazione per riprendersi vita, relazioni, identità e futuro.
Donne Capovolte non vuol essere un inno alla wonder woman della porta accanto, ma vuol allontanarsi anche da stereotipi che ci vedono belle statuine, immobili o imballate con la scritta “Fragile, non toccare”.
Le donne vengono toccate eccome, dentro e fuori. Maneggiate, manipolate, a volte manomesse, senza spesso neanche il disturbo di usare le mani ma con un bel calcio nel di dietro. E non necessariamente dal genere maschile. Anche tra di noi. Anche da sole.
Ma quello che volevo condividere attraverso queste storie e questo progetto è che il movimento può anche essere liberatorio, una spinta dalla quale potere trarre energia positiva come quando prendevamo la rincorsa per fare un salto, o ruzzolavamo facendo capriole o provavamo a fare la verticale. Guardiamolo questo mondo a testa in giù, guardiamoci dentro da un altro punto cardinale, con un nuovo baricentro e imbocchiamo nuove strade, percorsi inesplorati facendoli nostri. Donne Capovolte, pronte a tutto senza perdere noi stesse!
Chiara Brilli
Il progetto verrà presentato in anteprima domani a Firenze nell’ambito del calendario OFF del festival L’EREDITA’ DELLE DONNE info