Nessun vantaggio sul piano trasportistico e il rischio di “distruggere i due Parchi più significativi dell’asta del Fiume Arno a valle di Firenze (il Parco Fluviale di Lastra a Signa e lo Stato Libero dei Renai)”. Per Legambiente meglio tornare al vecchio tracciato de la ‘bretellina’
Una bocciatura in piena regola. Secondo Legambiente il nuovo progetto di ponte sull’Arno “è molto preoccupante, non solo perché il tracciato proposto non risolverebbe il problema del traffico locale (e anzi rischierebbe di aggravarlo), ma soprattutto perché minaccia di distruggere i due Parchi più significativi dell’asta del Fiume Arno a valle di Firenze (il Parco Fluviale di Lastra a Signa e lo Stato Libero dei Renai)”.
Legambiente afferma di essere “sempre stata favorevole a risolvere l’annoso problema della congestione veicolare tra Via Roma, Ponte a Signa e la vecchia Livornese (SS67), sui territori rispettivamente di Signa e Lastra a Signa”. E per questo dice di non comprendere le motivazioni che hanno inopinatamente determinato l’abbandono del vecchio tracciato, la cosiddetta Bretellina, che aveva trovato il consenso di tutti: forze politiche, associazioni, comitati e, soprattutto, cittadini. Un atto pesante, tenuto conto che quel progetto, già esecutivo, avrebbe efficacemente spostato il traffico fuori dai centri abitati, senza gravare in alcun modo né sul Parco Fluviale lastrigiano (in riva sinistra) né tanto meno sui Renai (in riva destra d’Arno)”.
Secondo Legambinete la nuova opera non ha alcun vantaggio sul piano trasportistico, in quanto “il traffico pesante che ora transita in modo permanente sulla FI-PI-LI ipotizziamo che si riverserebbe in gran parte nel cuore dell’abitato di Signa, con code permanenti di mezzi pesanti e con ulteriori potenziali aggravi anche per Lastra a Signa, a causa dell’immissione sulla Statale 67, già ampiamente congestionata”
Sul piano ambientale, invece, sostiene l’associazione “la costruzione di questo tracciato rischia d’inibire per sempre la fruizione popolare del Parco Fluviale di Lastra a Signa, realizzato come tutti dovrebbero ricordare quale congrua compensazione della costruzione del Depuratore di San Colombano. Stessa cosa può dirsi del Parco dei Renai, che, attraversato su pilotis, verrà fortemente condizionato sia sul piano acustico che sulla mera qualità della matrice aria. Luoghi oggi ameni, verdi e caratterizzati indubbiamente dalla tranquillità, saranno percorsi da una grande arteria di traffico veicolare e quindi fortemente compromessi nella propria endogena funzionalità”.
Su queste preoccupazioni, Legambiente si è fatta carico di informare compiutamente i cittadini, sempre apportando dati e proposte tecniche alternative, e con una richiesta precisa rivolta alle amministrazioni locali e regionali: quella di aprire un percorso partecipativo, così come prevede l’ottima legge toscana n. 46/2013.
“Ma la nostra istanza, incomprensibilmente, è stata respinta dalle Istituzioni. Oggi, poiché siamo fermamente convinti che non sia mai troppo tardi per correggere e coinvolgere, torniamo a chiedere con forza PARTECIPAZIONE, forti delle oltre duemila firme raccolte nelle ultime settimane. In attesa di risposte e delucidazioni, teniamo a ribadire che abbiamo come unico scopo quello di scongiurare alla nostra Piana un ulteriore scempio ambientale” conclude Legambiente.