Il secondo appuntamento della quinta edizione de “Il Libro della Vita” ospita Lella Costa. Domenica 2 dicembre alle ore 11 presso l’Auditorium di Scandicci in Piazzale della Resistenza
Il secondo appuntamento de Il libro della vita ospita una delle donne più intelligenti e simpatiche del teatro italiano: Lella Costa. Dopo gli studi in lettere e il diploma all’Accademia dei Filodrammatici, Lella Costa esordisce al teatro nel 1980 con il monologo “Repertorio, cioè l’orfana e il reggicalze”.
È l’inizio di un percorso che la porta a frequentare autori contemporanei, a lavorare in radio, ad avvicinarsi al teatrocabaret e a divenire una delle più rinomate attrici italiane. Nel 1987 debutta con “Adlib”, monologo che segna anche l’inizio della sua attività di autrice.
Seguiranno “Coincidenze”, “Malsottile”, “Magoni” (con le musiche originali di Ivano Fossati), “La daga nel Loden”, “Stanca di guerra”, (scritto in collaborazione con Alessandro Baricco), “Un’altra storia” (con la regia di Gabriele Vacis), “Precise parole” e “Traviata”, sempre con la regia di Vacis. Gli spettacoli “Alice, Una meraviglia di paese”, “Amleto” e “Ragazze. Nelle lande scoperchiate del fuori” si avvalgono della regia di Giorgio Gallione e delle musiche di Stefano Bollani.
Nella pièce “Arie” (2011) conferma la sua predilezione per il monologo e il recital, mentre nel 2014 recita insieme a Paolo Calabresi nella commedia per quattro personaggi “Nuda proprietà”, scritta da Lidia Ravera e diretta da Emanuela Giordano. Nel 2017 ha dato voce sul palco ad alcuni botta e risposta epistolari tra la giornalista Natalia Aspesi e i lettori della sua popolarissima rubrica “Questioni di cuore”, pubblicata dal 1992 sul “Venerdì” di “Repubblica”.
Insieme a Massimo Cirri e Giorgio Gallione è co-autrice di molti degli spettacoli da lei interpretati. All’attività teatrale affianca da anni anche diverse e significative partecipazioni a trasmissioni radiofoniche e televisive; nello stesso tempo porta avanti un costante impegno civile, soprattutto a favore di Emergency.
La moglie del mondo (The World’s Wife) è una raccolta di poesie le cui protagoniste sono donne, vere o immaginarie, in cerca di un loro ruolo nella storia e nel mito. Sono le mogli di uomini famosi, come la signora Pilato, la signora Esopo, la signora Freud e altri ancora; oppure sono donne tradizionalmente definite tramite i loro uomini, come Dalila o Euridice. O ancora sono le immaginarie eroine di storie i cui protagonisti erano di sesso maschile, per esempio Queen Kong, le sorelle Kray, la sorella di Elvis Presley. Sono le mogli del mondo secondo l’efficace titolo.
Tutte le poesie si configurano come autoritratti. Il monologo, da sempre una delle forme poetiche preferite da Carol Ann Duffy, in questa raccolta le permette di dare una voce distintiva e forte a ciascuna di queste mogli che si collegano a costruire un’affascinante rivisitazione, una versione dei fatti dalla parte di lei.
Le narratrici non si limitano infatti ad aggiungere particolari mancanti o verità nascoste alle storie già note, ma ciascuna di loro ha spesso una storia del tutto inedita da raccontare.