Gli studi di Leonardo da Vinci sulle forme e sulle strutture del mondo vegetale al centro di una mostra ospitata nel complesso di Santa Maria Novella a Firenze dal 13 settembre al 15 dicembre prossimi.
E’ ‘La botanica di Leonardo. Per una nuova scienza tra arte e natura’, esposizione curata da Stefano Mancuso, Fritjof Capra e Valentino Mercati, promossa dal Comune di Firenze, ideata e prodotta da Aboca con il coordinamento scientifico di Muse. La rassegna, che rientra nelle celebrazioni leonardiane per i 500 anni dalla morte del Genio da Vinci, propone un viaggio tra fogli originali, piante reali e installazioni interattive che diventa occasione di riflessione sull’evoluzione scientifica e sulla sostenibilitĂ ambientale.
Il percorso espositivo parte dal chiostro di Santa Maria Novella dove sono posizionati i cinque grandi poliedri regolari disegnati da Leonardo a cui si accompagna una serie di piante selezionate tra quelle studiate o citate dal Genio. Il percorso all’interno del dormitorio del complesso fiorentino si articola poi come un ‘organismo vegetale’ in cui il linguaggio multimediale offre la possibilitĂ di vivere l’opera leonardiana e i suoi studi sulla botanica in chiave interattiva. In esposizione anche tre fogli originali del Codice Atlantico della Veneranda Biblioteca Ambrosiana; la rassegna si conclude poi con un ripensamento dell”uomo vitruviano’ che diventa lo spunto per riflettere sugli equilibri fra uomo e natura.
“Negli ultimi mesi Firenze ha omaggiato il Genio di Vinci con varie mostre che hanno indagato diversi punti di vista – ha detto il sindaco Dario Nardella -, adesso chiudiamo l’anno leonardiano affrontando un altro aspetto, ovvero le sue intuizioni di assoluto rilievo nella storia della botanica”.
Per Massimo Mercati, amministratore delegato di Aboca, “rileggere oggi il Leonardo pensatore sistemico è un modo universale di riportare l’attenzione sulle proprietĂ dei complessi naturali e di validare scientificamente ciò che per il genio era solo un’intuizione”. Infine, Matteo Spanò, presidente di Muse si è detto felice “di aver potuto contribuire a un progetto così ambizioso e visionario”.