Firenze, in una Stazione Leopolda strapiena e con chi non è riuscito ad entrare, per raggiunta capienza dei locali, che seguiva l’evento dall’esterno, dove erano stati posizionati due Maxischermi, Matteo Renzi ha concluso la Leopolda9 con il suo discorso di chiusura.
Ancora prima del termine della Leopolda9, subito dopo i ringraziamenti, Renzi, ha fissato l’appuntamento per la prossima Leopolda, la numero 10 che si svolgerà venerdì 25 ottobre 2019, in quella data, ha specificato Renzi 10 anni fa “Abbiamo pedonalizzato Piazza del Duomo quando non ci credeva nessuno”.
“C’era un disegno sostenuto da personaggi di grande rilevanza, trasformarci in una sorta di piccoli alleati saggi del M5s e pensare che l’ala più razionale della destra dovesse fare altrettanto con Salvini, per arrivare a un bipolarismo populista – ha spiegato Renzi – ma noi abbiamo detto di no” al governo Pd-M5s “non per i popcorn, ma perché pensiamo che la politica sia passione, idealità, valori, non poltrone! L’accordo con i Cinquestelle sarebbe stato molto, molto vantaggioso, ma abbiamo voluto salvare la nostra anima, ciò che siamo”.
“I barbari li avevano già romanizzati, pezzi importanti dell’establishment avevano già detto no al referendum, come pezzi del sistema economico e finanziario e l’Economist. Il guru di Di Maio si chiama Enzo Scotti, un ex ministro democristiano, lo chiamavano Tarzan per la facilità con cui passava da una corrente all’altra – ha aggiunto Renzi – ha fondato la Link University, é il punto di riferimento di un pezzo della classe dirigente”.
“Dicono che sentirei Salvini tutti i giorni, è una falsità. Sono mesi che non lo vedo in Senato. Ascolta i miei consigli? Non mi pare, dalla direzione che prende… Se Salvini mi ascoltasse, a Di Maio se mi capisse, darei un consiglio: caro Matteo, caro Luigi, fermatevi finché siete in tempo, ritirate la manovra, state sfasciando i conti e non mantenendo le promesse elettorali, seguite i consigli della contromanovra che abbiamo fatto con Padoan”.
“Ci sono compagni di strada che non hanno avuto niente da dire sul mio carattere fintanto che grazie a quel carattere stavano a fare i ministri: quando è finito tutto, si sono accorti del problema del mio carattere – ha detto Matteo Renzi dal palco della Leopolda9, rivolgendosi a coloro che imputano il calo dei consensi del Pd al suo modo di essere – l’ondata populista – ha aggiunto – non nasce dal carattere di uno di Rignano, ma da un fenomeno culturale che va affrontato, o non vinceremo mai più”.
“Ieri il presidente della Rai ha detto a un giornale israeliano che l’intero gruppo degli eurodeputati Pd é finanziato dal finanziere Soros: Foa è una fake news che cammina, è un bugiardo. Domani il gruppo lo denunci per calunnia e diffamazione, vergogna! – ha attaccato Renzi tra il rumore crescente della folla della Leopolda9 – Abbiamo ragione di credere che le schede della sua elezione siano segnate, chiediamo da settimane di vederle – ha aggiunto -, Casellati e Fico le facciano vedere per verificare. Neanche Berlusconi arrivò a tanto, vergognatevi”
“Noi daremo a chi vincerà il congresso del Pd il rispetto che non abbiamo avuto quando abbiamo vinto noi, daremo a chi vincerà il congresso del Pd la collaborazione che non abbiamo ricevuto. Non abbiamo parlato di congresso del Pd in questo nostro appuntamento – ha spiegato – perché noi abbiamo partecipato due volte, e due volte abbiamo vinto col 70%, e due volte ci hanno fatto la guerra i nostri amici all’interno col fuoco amico. Riprovarci per rivincere sarebbe comunque un atto probabilmente non utile a noi e al Pd”.
“Noi siamo quelli che barcollano ma non mollano. Siamo quelli che restano, ma siamo anche quelli che si rimettono in cammino perché non vogliono lasciare l’Italia ai cialtroni che la vogliono distruggere”.