Dom 24 Nov 2024
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ToscanaCronacaL'epifania amara di una generazione, in una piazza 'estetica'

L’epifania amara di una generazione, in una piazza ‘estetica’

Quello che ho visto, quello che ho sentito, quello che posso testimoniare, dietro e oltre il racconto ‘ufficiale’ e sterotipante, di una piazza molto complessa. e per certi versi ‘sorprendente’.NE PARLEREMO stamattina  IN ONDA SU A PARTIRE DALLE 10 E 30. Potete intervenire con messaggi al 336 62 60 155. O telefonicamente allo 055 73 999 33

 
In ‘piazza’ ieri sera c’era sì qualche ‘vecchio arnese’ dell’antagonismo di destra e di sinistra, ma soprattutto c’era una moltitudine di giovani e giovanissimi (ho visto 15/16) che hanno dato vita ad una specie di rave della contestazione, molto anarchico, in cui il mulinare di gruppi diversi e differenti tra loto convergeva verso repentini fronteggiamenti con la polizia. Inutile e scorretto rappresentare quello che è sceso in piazza con le categorie consuete. Siamo in una fase differente, in cui sia la mobilitazione che la dinamica ‘di piazza’ avvengono secondo modalità nuove, in cui le nuove tecnologie sociali giocano un ruolo fondamentale, nello scambio di informazione, nell’appello alla partecipazione, nella creazione stessa dell’estetica ribellista. Un tumulto, più che un corteo. In cui la dimensione ‘estetica’ ha certamente prevalso su quella etica. proprio perché è attraverso l’estetica che si esprime questa generazione, molto più che le precedenti. Poteva andare molto peggio, e in alcuni momenti si sono create le condizioni per una battaglia veramente cruenta. C’è la rabbia ma anche l’auto rappresentazione di una generazione che non abbiamo visto crescere. E per la quale il covid, i ‘dpcm’ sono stati solo la miccia che ha fatto esplodere il disagio, che proviene della mancanza di prospettive, di precariato materiale ed esistenziale, di mancanza di riferimenti credibili e dalla rabbia nei confronti di uno Stato che sentono estraneo e lontano. Tutto il resto (quello che leggete ed ascoltate), credetemi, è frutto dell’esigenza di etichettare attraverso le categorie consuete, un mondo totalmente nuovo e diverso. Per ora assolutamente amorfo, politicamente non rappresentabile, certamente non nelle categorie consuete.
 
DOMENICO GUARINO
 
 

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