Settembre è il mese delle donne. Cioe’?
Cioè a Firenze nel corso delle prossime settimane succedono una valanga di cose tutte incentrate sul lavoro delle donne. Con incontri, mostre, visite, conferenze, spettacoli. E con molte belle scoperte. Tutto è partito dal Festival L’Eredità delle Donne. Un festival nuovo, nuovissimo, incentrato sull’idea di guardare all’ arte, la scienza, l’attualità, la politica, il giornalismo, il cinema eccetera eccetera con una chiave di lettura tutta al femminile.
Cosa vuol dire? Vuol dire attribuire un giusto riconoscimento a tutti i contributi che artiste, scienziate, pensatrici, accademiche, filosofe, architette e altro, sia del passato che attuali, hanno dato in tutti i campi dello scibile. Vuol dire evidenziarne il valore.
Semplice. Lapalissiano. Eppure, inedito. E’ un’idea nuova, e succede a Firenze.
A Firenze, che – non bisogna scordarselo mai – deve gli Uffizi e larghissima parte delle sua ricchezze artistiche proprio a una donna, cioè a Maria Luisa, ultima dei Medici. Se lei non avesse lasciato tutto il patrimonio artistico della famiglia alla città, legandolo con vincoli fortissimi, a quest’ora, ciao.
Per essere più precisa: Anna Maria Luisa de’Medici concepì una Convenzione con Francesco Stefano di Lorena per difendere il patrimonio artistico di Firenze e per impedirne la dispersione. La convenzione, generalmente nota come Patto di famiglia, fu firmata il 31 ottobre 1737. Serviva a stabilire che le opere d’arte raccolte dai Medici venivano consegnate al nuovo Granduca a condizione che rimanessero vincolate per sempre alla città di Firenze e allo Stato di Toscana: «A condizione espressa che di quello che è per ornamento dello Stato, per utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri, non ne sarà nulla trasportato e levato fuori dalla Capitale e dello Stato del Gran Ducato»
Questo fece sì che Firenze non subisse la sorte di città come Mantova o di Urbino, che all’estinzione della casata dei Gonzaga o dei Della Rovere furono svuotate dei loro tesori artistici e culturali. E continuò nei secoli a proteggere Firenze. Per esempio, il Patto salvò le gallerie degli Uffizi anche durante la seconda guerra mondiale. Insomma, tutti dobbiamo tanto a Maria Luisa de’Medici!
Che giustamente è stata scelta quale “madrina” ideale de L’Eredità delle Donne, festival ideato da Elastica (che si autodefinisce “una think tank di comunicazione ed eventi”) con la Fondazione CR Firenze e con la direzione artistica di Serena Dandini.
Fa effetto pensare che Firenze, città piena di monumenti, non ce ne sia uno che onori degnamente la grande Maria Luisa de’ Medici. Per anni l’unico “monumento” a lei dedicato è stato solo una sculturina misera e francamente brutta, parcheggiata sul retro (!) della basilica di San Lorenzo.
Più recentemente ne è stata creata un’altra, di bronzo, che è conservata all’interno delle Cappelle Medicee. Ma guardatela. Non basta ancora.
Quindi fa bene L’Eredità delle Donne a cominciare a rendere a Maria Luisa quello che è di Maria Luisa. E a proporre di considerarla, di fatto, la Madre della Cultura Italiana ed europea ante litteram. Fa più che bene, fa benissimo.
Ma siamo a Firenze e si sa che ci sarà qualcuno che storce la bocca a queste iniziative. Aspettiamo e vediamo come e cosa. Intanto è importante che si cominci a ragionare di sovvertire il canone, di sfondare il soffitto di cristallo, e di empowerment femminile. Sarebbe l’ora.
L’Eredità delle Donne sarà una tre giorni piena di cose da fare e da vedere. Moltissimi incontri sono nel programma ufficiale e ancora di più ce ne sono in quello degli eventi off. Per tutte le info rimando a entrambi i programmi che trovate qui.
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Margherita Abbozzo