Lo scorso maggio, davanti a don Luigi Ciotti, “ci aveva promesso che l’amministrazione avrebbe trovato una soluzione condivisa che puntasse a valorizzare il progetto e il lavoro fino a quel momento svolto”. Lo scrivono in una lettera aperta indirizzata al sindaco di Pisa, Michele Conti, il coordinamento toscano e provinciale di Libera, a proposito dell’edicola confiscata alla mafia rimossa il 2 gennaio scorso dal Comune dopo un lungo periodo di inattività.
“Ci aveva peraltro prospettato – affermano Fabrizio Tognoni e Andrea Bigalli, referenti provinciale e regionale di Libera – la possibilità di costruire a spese del Comune un nuovo chiosco, più moderno e accogliente, dove poter coniugare le attività di promozione turistica con quelle del progetto ‘I Saperi della Legalità’. In questo percorso anche l’Università di Pisa aveva fatto la propria parte, mettendosi a disposizione in maniera incondizionata per il progetto”.
I due esponenti di Libera poi respingono “con fermezza le dolorose affermazioni che sono giunte nei giorni scorsi nei nostri confronti: Libera combatte il degrado, non vi convive” e poi chiedono a Conti dove sia “stata collocata l’Edicola: è in un deposito, è stata smaltita in una discarica? Appurato dove si trova ci dia la possibilità di recuperare le lettere, i pensieri, i disegni con Falcone e Borsellino e tutti gli altri elaborati che i ragazzi delle scuole di Pisa e provincia avevano lasciato nella teca dell’edicola”.
Infine, Libera chiede al sindaco “un incontro in tempi brevi” per “riprendere e concordare con lei le ipotesi di lavoro che ci aveva ventilato (la ricollocazione di un nuovo chiosco in piazza Garibaldi o in altre piazze limitrofe) e l’apposizione di un segno visibile che faccia memoria dell’originale collocazione del bene confiscato”.