Lun 23 Dic 2024
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ToscanaCronacaLibri: la vertenza Bekaert diventa un romanzo corale

Libri: la vertenza Bekaert diventa un romanzo corale

Dal 19 novembre in libreria La Fabbrica che non volle chiudere” di Domenico Guarino e  Daniele Calosi. Edizioni Clichy

A giugno del 2018 la multinazionale Bekaert decide di chiudere lo stabilimento di Figline Valdarno (Fi) mandando a casa i 318 lavoratori.
Da quel momento ‘la Fabbrica’ diventa l’epicentro di una vera e propria epopea popolare che vede al centro la lotta degli operai e la solidarietĂ  dell’intera comunitĂ .
“La fabbrica che non volle chiudere” è il racconto di questa straordinaria storia di militanza, dignità ed impegno civile. 
Un romanzo che attraverso la cronaca e le riflessioni dei protagonisti, dĂ  voce ai sentimenti, alle paure, alle speranze, ai pensieri di chi quella vicenda ha vissuto in prima persona.

“Una vicenda da ascoltare piĂą che da leggere -dichiara Daniele Calosi, segretario  FIOM Firenze–  che mette in luce l’assenza di una politica industriale per il Paese, di una classe imprenditoriale degna di questo nome e soprattutto l’assenza di protezione sociale dei lavoratori che, abbandonati al loro destino, provano persino a costruirsi da soli una soluzione” .

Il libro si avvale della prefazione del segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, e della postfazione della segretaria della Fiom nazionale, Francesca Re David.

“Quel che appariva, con forza, sullo sfondo del racconto giornalistico era che con  la Bekaert, insieme con i lavoratori della fabbrica, si era mossa un’intera comunitĂ , la quale aveva assunto quella vicenda come simbolo di una Resistenza contemporanea ai meccanismi  perversi della globalizzazione.  Mi convinsi allora che la chiave fosse  in questo,  nel restituire cioĂ©  quel senso di pluralitĂ  ed insieme di drammaticitĂ  (nel significato piĂą propriamente teatrale del termine) quasi epica che quella vicenda  emanava. Il libro che avete tra le mani è  appunto  il tentativo di dare forma  concreta a questa intuizione” dall’introduzione di Domenico Guarino.

“In un momento in cui la nostra storia, la storia delle lotte sociali e delle conquiste sindacali, tende a essere emarginata, a non fare piĂą parte della cultura e del sentire profondo del Paese, è importante che la nostra organizzazione, il sindacato, si dedichi a lasciarne traccia” dalla prefazione di Maurizio Landini.