Un pool internazionale di scienziati, a cui ha partecipato anche il docente dell’università di Pisa, Fabio Bartolini, ha stilato per la prima volta le linee guida per limitarne l’uso nella filiera agroalimentare
Come riporta una nota dell’ìAteneo pisano le raccomandazione, pubblicate sulla rivista Food Nature dell’Ateneo pisano, “sono il frutto di due anni di lavoro e hanno l’obiettivo di focalizzare l’attenzione dei politici sull’inquinamento da azoto come fattore complessivo”.
L’azoto è un fattore di rischio per gli ecosistemi meno dibattuto della Co2 ma altrettanto rilevante. Utilizzato principalmente in agricoltura, contribuisce all’inquinamento dell’aria, alla perdita di biodiversità e alla riduzione dello strato di ozono.
Sono 46 gli strumenti (tra misure dirette e indirette) per limitarne l’uso: dalle forme di incentivazione fiscale per le tecnologie di conservazione del cibo (l’azoto è un fattore utilizzato anche in questa fase del ciclo di vita dei prodotti) sino all’introduzione di sistemi di etichettatura che rendicontano sull’utilizzo dell’azoto.