Livorno, atteso per martedì lo sbarco di 226 migranti salvati dalla nave di Medici Senza Frontiere di fronte alle coste libiche. Per il Presidente dell’Anci Biffoni “il sistema di accoglienza in Toscana rischia di non reggere a lungo”.
Arriveranno domani nel porto di Livorno delle persone frutto di un vero e proprio miracolo umanitario. Il frutto di tre salvataggi diversi. Il punto di approdo di un calvario che dura da giorni. Siamo sulla Geo Barents, la nave della Ong Medici senza frontiere. Il primo salvataggio venerdì, 49 migranti al largo delle coste libiche su un gommone alla deriva. 49 persone che non mangiavano e non bevevano da due giorni. Dopo l’avvistamento la Geo Barents ha impiegato 12 ore per raggiungerli, anche perché nessuno aveva risposto alle numerose richieste di soccorso rilasciate in precedenza dall’aereo di Frontex Eagle 1. Poi, nella stessa zona, la Geo Barents – con il supporto della Sea Watch – ha recuperato altre 130 persone. E ancora – prima di iniziare la lunga navigazione verso l’Italia, altre 47, in acque internazionali. Tutte bisognose di immediate cure mediche. Tutte costrette a continuare la navigazione fino a Livorno. Scelta del governo. Ben 1100 chilometri dal primo porto sicuro. Piccolo “supplemento di sofferenza” offerto generosamente dal Ministero degli Interni. Ora vige la politica dei porti lontani e la Toscana è al primo posto per gli sbarchi. Il viaggio nella sofferenza si allunga di quattro giorni, ma se la vicenda è tutta politica allora va bene così. La Croce rossa è arrivata da tempo a sostegno della Prefettura per mettere in piedi nuovi luoghi di prima accoglienza. Luoghi che nonostante il continuo turn over rischiano di arrivare presto al collasso. Anche secondo il Presidente dell’Anci della Toscana Matteo Biffoni, preoccupato dall’aumento degli sbarchi.