Il referendum propositivo e abrogativo entra nello Statuto del Comune di Livorno, dopo che il consiglio comunale, nell’ultima seduta, ha approvato all’unanimità alcune modifiche statutarie.
I referendum propositivi e consultivi saranno aperti anche ai sedicenni e non prevedono quorum. In caso di referendum abrogativo il nuovo Statuto prevede invece un quorum inversamente proporzionale alle firme raccolte: da 4mila a 5mila servirà il 40% dei votanti alle ultime elezioni comunali per validare la consultazione, il 30% da 5.001 a 6mila firme, il 20% da 6.001 a 9mila, fino alla riproposizione dell’opzione no quorum oltre le 9mila sottoscrizioni raccolte.
Ogni anno si potrà tenere una sola consultazione referendaria comunale, con un massimo di tre quesiti ospitati, e la data del voto non potrà coincidere con elezioni di qualsiasi ordine e grado o referendum nazionali. Resteranno esclusi da referendum lo Statuto, il bilancio, i provvedimenti su tributi e tariffe, gli atti di nomina o revoca dei rappresentanti comunali in enti, aziende o istituzioni e gli atti vincolati dalla normativa vigente.
I cittadini potranno quindi sottoporre una proposta al consiglio comunale, oppure abrogare un atto approvato da quest’ultimo o dalla Giunta, passando da una consultazione popolare che nel caso del referendum propositivo sarà ritenuta valida a prescindere dal numero dei votanti. Le modifiche statutarie prevedono novità anche sul referendum consultivo, istituto già presente nello Statuto: non sarà più previsto alcun quorum per l’efficacia del voto e l’indizione avverrà anche su proposta della Giunta, dopo il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri comunali.
“Da Livorno arriva un’ottima notizia: il referendum propositivo a zero quorum e quello abrogativo entrano nello Statuto comunale grazie al voto unanime di tutto il consiglio comunale. Si tratta di una decisione importante che aumenterà gli spazi di democrazia e di partecipazione dei livornesi, che avranno così a disposizione uno strumento efficace e innovativo, quale il referendum propositivo, per incidere concretamente nella vita politica della loro città”. Lo afferma il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro.
“È la dimostrazione che in Italia i cittadini hanno bisogno di più democrazia – sottolinea Fraccaro in una nota – e di un maggior coinvolgimento nei processi decisionali che li riguardano da vicino. Per questo, come Governo del cambiamento, ci siamo impegnati ad introdurre nel nostro ordinamento tutti quegli istituti di democrazia diretta che possano facilitare la partecipazione popolare.”