“Ho cinque avvisi di garanzia per reati penali. Vanno dall’abuso d’ufficio al concorso in omicidio colposo, quello per l’alluvione, quello che ha fatto più male”, afferma Nogarin, che dice “basta: essere sindaci di una città in crisi è difficile, è dura”.
“Il mandato mi scade tra un anno. E no, non mi ricandido. Come si fa? Ho sulle spalle cinque inchieste penali e 50 civili. Alcune assurde, come una su un canto dell’upupa. Sono due le cose: o sono Al Capone, oppure c’è un accanimento nei miei confronti”. Così il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, in colloqui riportati fra gli altri da Corriere
della Sera, Repubblica e Stampa.
“Ho cinque avvisi di garanzia per reati penali. Vanno dall’abuso d’ufficio al concorso in omicidio colposo, quello per l’alluvione, quello che ha fatto più male”, afferma Nogarin, che
dice “basta: essere sindaci di una città in crisi è difficile, è dura”.
L’esponente del M5S spiega che resterà “a lavorare nel Movimento”. Sulla possibilità di candidarsi alle Europee, “vediamo, ho fatto solo un mandato. Le nostre regole me lo
impedirebbero solo in caso di condanna”.
Nel pomeriggio il sindaco su Facebook ha poi precisato: “quello che scrivono oggi i giornali nazionali è vero ma solo in parte: l’idea di non ricandidarmi a sindaco di Livorno mi ha sfiorato, ma all’interno di un ragionamento molto più ampio e complesso. Non c’entra nulla l’alluvione del 10 settembre”. “Per il momento, in ogni caso, si tratta soltanto di pensieri personali che mi sono venuti in una fase molto complicata del mio percorso. Non c’è assolutamente nulla di deciso”.
“L’unica cosa certa – ha ripreso il sindaco – è che io continuerò nel mio lavoro al servizio dei cittadini di Livorno fino al termine del mandato e solo nei prossimi mesi deciderò in
che modo proseguire questo cammino. Quando avrò preso questa decisione, i primi cui lo comunicherò saranno proprio i miei concittadini, gli unici cui devo rendere conto”.
“Al termine di quella che è stata la settimana più difficile per me – scrive ancora Nogarin su fb – soprattutto dal punto di vista umano, qualche riflessione è d’obbligo. Non passa giorno senza che io ripensi alle otto persone che hanno perso la vita in quel disastro, ma questo
avvenimento non rappresenta certo il motivo principale per cui ho cominciato a riflettere sul mio futuro. Per il momento, in ogni caso, si tratta soltanto di pensieri personali che mi sono
venuti in una fase molto complicata del mio percorso. Non c’è assolutamente nulla di deciso”.