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“Rinunciare al conflitto per dedicarsi alla Nazione e ritrovare quel senso di umiltà che proprio la politica sembra aver smarrito” quando leggi parole così scritte da Luigi Di Maio, una volta capo politico di un Movimento che proprio sulla delegittimazione dei partiti e della Caste ha costruito la propria fortuna, capisci che siamo entrati in una fase inedita della nostra storia. Una fase delicatissima e come tale decisiva, in cui ognuno di noi sarà chiamato a fare scelte che avrebbe ritenuto inimmaginabili solo fino a poco tempo fa.
Da una parte il richiamo all’unità Nazionale che comincia a farsi voce grossa trasversale agli schieramenti; dall’altra una tensione sociale che cresce e diventa palpabile giorno dopo giorno. Nel mezzo la vera contesa: riuscirà cioè la democrazia, nelle forme che conosciamo, a sopravvivere al virus? In Italia ed in Europa. ovvero nel continente che attraverso il tentativo di cerare un equilibrio, dinamico ma il più possibile realistico, tra esigenze di governo, rappresentanza, partecipazione, contemperazione degli interessi, ha prima sperimentato poi proposto al mondo come modello. Il reiterarsi degli Stati di eccezione, o di emergenza, degli stessi lock down, gli equilibri mai chiariti tra le vare tecnocrazie (in questo caso virologi e microbiologi, ma prima economisti, climatologi, geologi etc) e la politica, che effetti avranno sulla tenuta democratica delle singole nazioni e del continente nel suo complesso?
Oggi il tema vero è esattamente questo. Più delle questioni economiche, più delle prospettive sanitarie. Perché ovviamente l’umanità, come sempre accaduto, sopravviverà anche a questa prova. Ma a che prezzo, e in che forme? Prendete il diritto a manifestare ad esempio: a rigore di DPCM, oggi si può andare ammassati in un tram, ma non si può fare un corteo.
Incanalare la rabbia sociale e trovare un equilibrio solido in un quadro politico quanto mai frastagliato, già in crisi ben prima del covid: questa la sfida che attende la politica. E come tutte le sfide ha bisogno di parole ed orizzonti chiari. Di una prospettiva, che, al momento non sembra balenare all’orizzonte. perché tutti abbiamo in fondo creduto, sbagliando, che ne saremmo usciti uguali. Mentre il virus sta riscrivendo il DNA degli stessi schieramenti politici. Verso cosa è ancora presto per dirlo.
DG