Prato, nella mattina di oggi, 13 dicembre, si è tenuta in tribunale la prima udienza del processo per la morte di Luana D’Orazio, la giovane operaia 22enne stritolata dall’orditoio a cui era addetta in un azienda a Montemurlo, comune dell’area pratese.
Unico imputato per omicidio colposo e omissione delle cautele antinfortunistiche del macchinario è il manutentore esterno della ditta in cui morì Luana D’Orazio, Mario Cusimano. L’udienza è stata rinviata per motivi tecnici, di redistribuzione dei procedimenti, al 22 marzo del 2023. La tragedia è avvenuta il 3 maggio del 2021, quando la giovane è rimasta impigliata nel macchinario con il quale stava lavorando. Come è emerso dalla perizia del consulente della procura, in quel momento l’orditoio aveva le barriere di sicurezza antinfortunistica disattivate, infatti, se fossero state in funzione le barriere la giovane donna, mamma di un bambino piccolo, avrebbe potuto salvarsi.
Nei mesi scorsi per gli stessi reati hanno patteggiato la pena i due titolari dell’azienda, Luana Coppini e il marito Daniele Faggi, condannati rispettivamente a due anni e a un anno e sei mesi, con sospensione condizionale, che nella lista dei testimoni consegnata dalle parti civili non compaiono. All’udienza di oggi non hanno partecipato nĂ© l’imputato Cusimano, nĂ© la madre di Luana, Emma Marrazzo tra le parti civili. Presente in aula, invece, il fidanzato della ragazza, Alberto.