Una lettera con minacce di morte è stata inviata al procuratore capo di Prato Luca Tescaroli, il pm che da anni indaga sulle stragi mafiose del 1993 e sui presunti mandanti occulti degli attentati.
La notizia si è già diffusa a macchia d’olio, la prima a darla è stata La Repubblica. Una Lettera con minacce di morte è stata recapitata il 29 luglio al magistrato Luca Tescaroli, nel suo nuovo ufficio a Prato, dove da poco è procuratore capo e dove arriva dopo anni di indagini nel capoluogo toscano sulle stragi mafiose del 1993 e sui presunti mandanti occulti degli attentati in continente.
“Ti faremo saltare con il tritolo. Finiremo quello che abbiamo iniziato”, sarebbe questo il contenuto di un foglio scritto al computer e senza firme poi imbustato e spedito il 18 luglio da Firenze, come si deduce dal timbro postale. Proprio con La Repubblica, qualche giorno fa, Tescaroli aveva tirato le somme del suo mandato nel capoluogo toscano, un’esperienza definita “intensa” che gli ha consentito di “raggiungere risultati significativi” insieme al collega Luca Turco in relazione al periodo stragista, con quella data scolpita a memoria del 26 maggio di 31 anni fa. Era Via degli Georgofili. Ripercorrendo l’intervista il magistrato parla di “passi significativi, confermati anche dalla Cassazione in sede cautelare”, dunque azioni penetranti che stanno facendo emergere un sommerso coperto da corruzioni e collusioni con il potere politico negli affari di Cosa Nostra. Non è un caso che il pm, finito a iscrivere il nome di Berlusconi e Dell’Utri nel registro degli indagati – non ultimo anche quello di Ilda Bocassini, l’ex dirigente del pool “antimafia” di Milano e pubblico ministero a Caltanissetta per le indagini sulla morte di Falcone – sia stato respinto dai consiglieri laici del centrodestra per incarichi direttivi nel CSM. Tescaroli, che vive sotto scorta, non è nuovo alle minacce. Ce lo ricorda la magistratura di Genova che ha segnalato il fatto perché compente del caso: esattamente un anno fa di questi tempi, a Giugno, apriva un fascicolo a carico di ignoti per minaccia grave e violenza a pubblico ufficiale, dopo il ritrovamento di un pacco sospetto davanti alla casa a Firenze del magistrato. Conteneva batterie per la ricarica di microcar elettriche da cui fuoriuscivano fili neri. Fili che qualcuno vorrebbe recidere, compromettendo la tenuta di un uomo abituato a fare i conti con insidie e pericoli – nel ’97 sfuggì a un attentato in Basilicata – e che andrà avanti nonostante tutto.
“Esprimo la massima solidarietà al neo procuratore di Prato Luca Tescaroli che, nelle scorse ore, e a solo pochi giorni dal suo insediamento, ha ricevuto una lettera con minacce di morte, dal cupo richiamo alle tragedie di mafia, da quanto si apprende dalla stampa. Non lasceremo mai che qualsiasi forma di minaccia o di intimidazione impedisca alle istituzioni tutte di difendere e far vincere i valori dello Stato, che il procuratore di Prato rappresenta. Vicinanza al dottor Tescaroli e decisa fermezza contro ogni forma di criminalità. Chiunque pensa di potersi sostituire allo Stato attraverso strumenti vili, sappia che le istituzioni non glielo permetteranno”. Lo scrive, in una nota, il deputato pratese di Fratelli d’Italia Chiara La Porta.