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Lucca, psicologi: punizioni giuste, ma da sole non bastano

bullismo lucca

Punizioni dopo episodi di bullismo a scuola a Lucca. Il commento del presidente Ordine Psicologi della Toscana Lauro Mengheri. Provvedimenti punitivi che servono a sottolineare la gravità dei comportamenti dei ragazzi, ma che da soli non bastano. Occorre che capiscano il loro errore»

«La scuola è un’istituzione, non poteva che applicare le regole. Si tratta di provvedimenti punitivi, che servono a sottolineare la gravità dei comportamenti dei ragazzi, ma che da soli non bastano. Occorre che capiscano il loro errore, che ci riflettano, che ascoltino e vengano ascoltati». Lo sottolinea il presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, Lauro Mengheri, dopo le punizioni comminate ai ragazzi per l’episodio di bullismo in classe accaduto a Lucca.

«La psicologia da tempo ci ha insegnato che l’apprendimento passa da canali espliciti e impliciti. Quindi occorre un’azione congiunta di informazione e formazione ai valori, ma anche che i ragazzi vedano questi valori nella società e nelle persone che li circondano. Certe dinamiche non si verificano se non c’è un pubblico, se non ci sono intorno persone che guardano e permettono che accada, a volte in silenzio, a volte incitando, a volte ridendo. Non è quindi un problema del singolo alunno, ma una dinamica di gruppo che si autoalimenta. La psicologia ci dice che le persone in gruppo si comportano in maniera diversa e che, se nel gruppo sono autorizzati certi comportamenti negativi, persone che in altri contesti non lo farebbero mai tirano fuori il peggio di sé.

Ribadiamo, quindi, la necessità della figura dello psicologo a scuola, un esperto di queste dinamiche sociali e individuali, che collabori col dirigente nella progettazione di interventi efficaci, che non si limitino a singoli progetti occasionali o a qualche ora di sportello di ascolto. La psicologia deve essere presente a scuola a tutto tondo, non solo nei momenti di emergenza come questo, per la progettazione di un percorso didattico che sia anche formazione personale per la vita e per il benessere».

Intanto si viene a sapere che saranno ascoltati nei prossimi giorni, e comunque entro la fine della settimana, i sei studenti.  Secondo quanto appreso, a stretto giro sarà convocato lo stesso professore, che dovrà fornire spiegazioni, tra l’altro, circa il contesto in cui sono maturati i fatti di bullismo e circa le sue reazioni. L’intenzione degli inquirenti, sempre secondo quanto appreso, è quella di ascoltare il prima possibile tutte le persone coinvolte nella vicenda, compreso il preside dell’istituto, che potrebbe essere ascoltato già in giornata. I 6 studenti sabato sono stati perquisiti dalla Polposta, che ha sequestrato gli indumenti indossati dai ragazzi nei video, i loro cellulari e il casco integrale da moto usato per colpire il docente. I bulli da oggi sono sospesi da scuola, su decisione del consiglio d’istituto. Tre potranno rientrare in classe prima della fine dell’anno scolastico, gli altri tre saranno bocciati.
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