Lucca – Una presunta frode da oltre un milione di euro in materia di spesa previdenziale, ai danni di Inps e Inail, nel settore ricettivo e della ristorazione in provincia di Lucca – nei comprensori di Mediavalle e Piana di Lucca – è stata scoperta dalla guardia di finanza di Lucca con un’indagine coordinata dalla pm lucchese Elena Leone.
Secondo quanto spiegato dalle fiamme gialle in una nota “un locale sodalizio”, composto da imprenditori e un commercialista, acquisite aziende nel settore ricettivo, avrebbe simulato “un’elevata operatività” delle stesse per giustificare l’assunzione di numerosi lavoratori”, per poi ottenere l’assistenza degli enti previdenziali a fronte “di falsi infortuni o lunghi periodi di disoccupazione artatamente ingegnati” per di
Le indagini, condotte dalla tenenza della Gdf di Castelnuovo di Garfagnana insieme a Inps e Inail di Lucca e Ispettorato territoriale del lavoro di Lucca-Massa Carrara, trae origine da un controllo in una ditta operante nella ristorazione. Gli accertamenti avrebbe poi svelato che il “sodalizio”, “dopo aver proceduto all’acquisizione di aziende operanti nel settore ricettivo, anche in luoghi defilati e scarsamente produttivi”, simulava, “con falsi impianti contabili, un’elevata operatività delle stesse per giustificare, formalmente, l’assunzione di numerosi lavoratori”, “Nello specifico, appurata l’emissione ad hoc di numerosi scontrini fiscali per dimostrare i volumi dei ricavi delle società, la fittizietà dei rapporti di lavoro e, quindi, delle buste paga predisposte per i dipendenti che, nel tempo, sono stati posti alle dipendenze delle entità giuridiche utilizzate per la frode, nonché la messa in scena di finti infortuni sui posti di lavoro.Il sistema poggiava su un sequenziale e procedimentalizzato disegno criminoso”, con “l’apertura e la chiusura ad hoc di svariate posizioni Iva, l’assunzione dei medesimi lavoratori con il riconoscimento di alte retribuzioni (mai pagate) e il cambio della sola ragione sociale e del legale rappresentante, il tutto al fine di incamerare ingenti erogazioni pubbliche per fatti mai avvenuti (ad esempio, gli infortuni falsamente denunciati) e rendere, altresì, difficoltosa la ricostruzione da parte degli organi di vigilanza in caso di controlli”.
Le imprese coinvolte nelle indagini, si spiega ancora, non avrebbero mai provveduto al pagamento di imposte ai fini dell’Iva e delle imposte sui redditi, nonché dei contributi previdenziali.