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🎧 Lunedì 30 maggio sciopero generale della scuola, manifestazione a Roma

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🎧 Lunedì 30 maggio sciopero generale della scuola, manifestazione a Roma
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Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal, Gilda Unams hanno presentato le ragioni dello sciopero  in protesta col Decreto legge del Governo che apre criticità su formazione, valutazione, reclutamento, rinnovo contrattuale, classi sovraffollate e taglio degli organici. A Firenze interessati 20mila tra docenti e Ata

Lunedì 30 maggio  gli oltre 20.000 lavoratori docenti e ATA della provincia di Firenze, come del resto per tutti i lavoratori della scuola in Italia,  si asterranno dal lavoro, per o sciopero generale della scuola.  Le lavoratrici e i lavoratori di Firenze parteciperanno con delegazioni alla manifestazione nazionale di piazza Ss.Apostoli a Roma, che avrà inizio alle 10,30, ma non si escludono anche altre iniziative locali messe in piedi autonomamente da gruppi di lavoratori.

“Siamo di fronte quindi a una reazione ampia e diffusa, che monta di ora in ora, dovuta principalmente alla pubblicazione del Decreto Legge 36/22 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 1 maggio) e ai provvedimenti sulla scuola lì inseriti: uno riguardante la formazione degli insegnanti (e la loro presunta valutazione), l’altro riguardante il reclutamento degli insegnanti” dicono i sindacati.

Ma quali sono le ragioni dello sciopero? Innanzitutto la questione dei corsi di formazione. “Il sistema di formazione degli insegnanti disegnato dal Decreto prevede che – solo in parte grazie ai fondi del PNRR – la formazione deve essere svolta rigorosamente fuori orario di lavoro, nel proprio tempo libero da impegni di scuola, che tutti i docenti possono farla, ma solo il 40% dei partecipanti riceverà una gratificazione economica, peraltro risibile, a seguito di non ben precisate valutazioni, che  i soldi per tale gratificazione saranno ricavati dal risparmio ottenuto attraverso il taglio di 9.600 cattedre, o alla c.d. Carta del Docente, un voucher attualmente destinato ai docenti di ruolo per l’acquisto di libri, iscrizione a corsi di formazione e aggiornamento, strumenti e software digitali per la didattica” denunciano ancora i sindacati. Secondo cui “Si tratta di una riproposizione – peggiorata – della Legge 107/2015 (c.d. Buona Scuola), perché in quell’occasione almeno erano stati stanziati fondi aggiuntivi, seppur per un’operazione anche in quel caso deprecabile e controproducente.
In questo caso addirittura si introduce un sistema che “cannibalizza” la scuola stessa, attraverso una sorta di “autotrasfusione” di risorse: per gratificare POCHI docenti, ci rimette la scuola DI TUTTI, con l’ulteriore taglio delle cattedre (oltre alla sottrazione di fondi già stanziati per i docenti)2.

Poi c’è la questione del  nuovo sistema di reclutamento che si vuole introdurre. “E’ strutturato su ben quattro livelli di selezione (con continue prove in entrata e in uscita, anche attraverso veri e propri quiz), paragonabile a un percorso a ostacoli che non esiste in nessun’altra categoria di lavoratori. Più di un lavoratore precario, nelle recenti assemblee, l’ha definito una “gara di sopravvivenza” e altri l’hanno giudicato più estremo di un survival reality” sottolineano ancora i sindacati. Secondo i quali “questo sistema così farraginoso e inutilmente involuto non servirà neanche a ridurre la “supplentite”, perché non prevede alcun percorso rapido di stabilizzazione dell’esercito di precari storici (quelli con almeno tre anni di insegnamento nelle scuole statali), senza i quali le classi delle nostre scuole sarebbero irrimediabilmente scoperte”

Lo sciopero è stato indetto anche per reclamare il rinnovo sia del Contratto collettivo del triennio 2019-2021 (già scaduto), sia di quello 2022-2024, con lo stanziamento di risorse adeguate per riconoscere il lavoro dei docenti e del personale ATA.

Infine la questione degli organici e delle cosiddette “classi pollaio“. “Giusto un anno fa nel Patto per la Scuola il Ministero dell’Istruzione e Palazzo Chigi si erano impegnati a ridurre il numero di alunni per classe (ricordiamo che in provincia di Firenze si hanno classi che raggiungono anche i 31/32 studenti)” sottolineano i sindacati. Secondo cui “niente di tutto questo è stato realizzato, né è presente nei piani del governo, che nel Documento di Economia e Finanza varato lo scorso aprile ha già previsto di diminuire ulteriormente il numero di docenti e personale ATA attraverso la diminuzione di mezzo punto di PIL, equivalente a circa 7 miliardi, accampando la motivazione della diminuzione delle nascite e quindi degli alunni (fenomeno effettivamente molto evidente: nella sola provincia di Firenze nell’a.s. 2022-2023 avremo in classe duemila studenti in meno)”.