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M5S: da Bibbona Grillo dà il benservito a Salvini

Con un vertice ristretto nella villa di Marina di Bibbona,  Beppe Grillo detta la linea al Movimento, allontanando  ulteriormente il Movimento dalla Lega di Matteo Salvini.

Grillo riunisce lo stato maggiore pentastellato a Marina Di Bibbina, nella sua villa estiva. Come ai bei tempi, intorno al tavolo tutte  le anime del Movimento: quella di governo, rappresentata oltre che dal vicepremier Di Maio, dai capigruppo Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva; quella ortodossa, che ha in Roberto Fico il suo volto; e quella della vecchia guardia, rappresentata da Alessandro Di Battista e Paola Taverna. Al centro della discussione naturalmente gli ultimi sviluppi della vicenda politica nazionale e le possibili vie d0’uscita per il Movimento. In particolare a tenere banco è il tema che riguarda il rapporto con i Democratici: se insomma andare a vedere le carte del Pd o meno.

Per  Di Maio, non sarà semplice convincere tutti i suoi parlamentari: tra di loro c’è chi professa ancora prudenza, come Stefano Buffagni, o chi in maniera ironica, come Gianluigi Paragone, su Facebook osserva come il Movimento, solo per il fatto che ci sia un’ipotesi di trattativa con il Pd, si sia trasformato da “rospo a Principe”. Il tema, tuttavia, è che, agli occhi di Di Maio, Salvini non è più un interlocutore credibile. Certo, il cambio di alleato fa inevitabilmente piombare l’ala ortodossa in prima fila e, in questo delicato gioco di equilibri interni Di Maio, domani in assemblea, sarà chiamato a trovare la quadra. Con un punto, sul quale ormai i dubbi sono ben pochi: l’attuale squadra di governo del M5S, a prescindere se ci sia un’alleanza con il Pd o un esecutivo di scopo a breve è termine, è destinata a decadere.

Da qui, i malumori di un Movimento nel quale correnti e ambizioni entrano spesso in conflitto. Non è escluso che domani Di Maio tornerà a vedere alcuni big del Movimento prima dell’assemblea prevista alle 14:30. E, nello schema di Grillo e del capo politico, i ruoli chiave nel M5S al momento restano inalterati: con Di Maio leader, Di Battista (tradizionalmente scettici nei confronti del Pd) battitore libero, e un mega rimpasto al governo che potrebbe vedere gli ortodossi in pole.

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