Lotta alla mafia e legalità. Quello che resta dell’auto della scorta del giudice Giovanni Falcone è in piazza a Scandicci. E questa mattina ci sono stati dei momenti particolarmente toccanti e significativi, dal flash mob degli studenti alla testimonianza di Tina Montinaro, vedova dell’agente Antonio Montinaro, che all’interno del “Quarto Savona Quindici” perse la vita, che ha sottolineato l’importanza di tenere viva la memoria.
Il convegno rientrava all’interno della settimana di iniziative intitolata “Scandicci contro tutte le mafie – Dalla parte della legalità – 1992-2022, 30 anni dagli attentati di mafia di Capaci e via D’Amelio”, in programma in piazza Resistenza a Scandicci fino al 26 novembre con l’esposizione appunto dell’auto della scorta del giudice Falcone denominata “Quarto Savona Quindici”. Oltre al flash mob degli studenti dell’istituto Russell Newton, sono intervenuti il Procuratore Luca Tescaroli, il consigliere di Cassazione Marco Alma, il comandante del Reparto operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Firenze tenente colonnello Andrea Pezzillo, il responsabile Toscana di Libera don Andrea Bigalli, il presidente di Confindustria Toscana Maurizio Bigazzi e il sindaco di Scandicci Sandro Fallani. A moderare il direttore editoriale di Controradio, Fabrizio Morviducci.
“Vogliono farci credere che bisogna buttarci tutto alle spalle, e che la mafia non esiste più: quindi noi dobbiamo far capire alle nuove generazioni che la mafia esiste ancora, che è una mafia diversa, e che la memoria è importante”, ha detto la stessa Montinaro. “Specie per i ragazzi del nord – ha aggiunto – non essendoci morti, non c’è più la mafia. Invece non è così, è una mafia che si è evoluta. A loro non conviene più uccidere: con le stragi si sono dati la zappa sui piedi. Non si aspettavano che poi venisse fuori una coscienza di tutta la società”.
“Ricordare Capaci e’ importantissimo perché la memoria è importante. E’ importante ancora di più dopo trent’anni dove vogliono farci capire che bisogna buttarci tutto alle spalle e che la mafia non esiste, e quindi noi dobbiamo far capire alle nuove generazioni che la mafia esiste ancora, è una mafia diversa, e che la memoria è importante”.