Mar 5 Nov 2024
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ToscanaCronacaMaggiani Chelli: addio all'instancabile voce delle vittime di mafia

Maggiani Chelli: addio all’instancabile voce delle vittime di mafia

All’apparenza così fragile ed eterea, nei fatti così instancabilmente tenace nella ricerca della verità. Giovanna Maggiani Chelli confondeva con quel suo aspetto delicato e minuto ma bastava sentirla parlare una volta per capire quanta lucidità e forza c’erano nel corpo e nell’animo.

Ci ha lasciato dopo una lunga malattia nella sua casa di La Spezia, e proprio nella città ligure sono previsti i funerali in forma privata. “E’ stata una donna volitiva, forte e di grande coraggio, ha seguito tutti i processi e le udienze sull’attentato che si sono svolte a firenze e fuori”, così la ricorda Walter Ricoveri vicepresidente e cofondatore dell’associazione tra i familiari delle vittime della Strage di via de’ Georgofili’.
Fu ‘spina nel fianco’ di inquirenti e opinione pubblica affinché si facesse piena luce sull’attentato mafioso del 27 maggio 1993 a Firenze che causò cinque vittime, decine di feriti e ingenti danni.
Stimata nelle istituzioni e nella magistratura, venne nominata cavaliere della Repubblica per il suo impegno incessante fino all’ultimo. Non si contano le interviste fatte a Controradio, perché il silenzio è connivenza, l’oblio della memoria sarebbe stata un’altra morte per le vittime di mafia. E allora Giovanna, madre di una ragazza coinvolta nell’attentato, con grande energia e capacità di analisi, è stata anima dell’associazione, stimolando  per anni la massima attenzione sulle stragi di Cosa nostra e sui mandanti occulti.

“E’ morto Salvatore Riina il boia di via dei Georgofili. Abbiamo speso la nostra vita e non ce l’ha fatta Salvatore Riina a fare abolire sulla carta bollata il carcere duro ed è morto a 41 bis, questo è quanto dovevamo ai nostri morti”. Così nel novembre del 2017 commentava la notizia della morte del capo di Cosa Nostra sottolineando come fin da quel 1993  i passaggi da 41 bis a carcere normale, abbiano denotato “quanta forza nellambito dello Stato sia stata spesa per assecondare i desiderata della mafia, ma questo è un capitolo ancora tutto aperto. Vogliamo sapere chi aveva in quel 1993 promesso a Riina ,in cambio di morti, l’abolizione del 41 bis”. Una richiesta di verità lunga 26 anni e mai sopita.
“Abbiamo tempo, abbiamo eredi e con fede aspettiamo che chi fino a ieri ha cercato mille scuse per non fare il proprio dovere, ora con indagini accurate proceda a rinvio a giudizio dei “concorrenti di Cosa nostra” per la strage di via dei Georgofili e per le stragi del 1993 – scriveva sul sul suo blog su il Fatto –  Indagini inerenti i mandanti oltre Cosa nostra sono state aperte per la terza volta a Firenze. Noi chiediamo solo un dibattimento: nel bene o nel male abbiamo bisogno di verità”.

Giovanna non ci sarà più ad aspettare risposte ma le coscienze di tutti noi sì. Anche per lei.

Chiara Brilli

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