“Dopo l’odissea di ieri, anche oggi a Firenze Santa Maria Novella si registrano notevoli ritardi, mediamenti sui 30 minuti”. E’ quanto afferma in una nota il segretario generale della Fit-Cisl Toscana Stefano Boni, che punta il dito contro la dirigenza del gruppo Fs.
Boni, “Dopo l’odissea di ieri, con i viaggiatori assembrati davanti ai cartelli luminosi senza riuscire a capire quale treno sarebbe partito prima e se sarebbe arrivato a destinazione” ha affermato: “Ormai qualcuno deve pensare che l’inverno sia sempre mite, senza gelo e neve in pianura e quando succede il contrario si parla di fatti eccezionali. Invece il problema è l’inadeguatezza della massima dirigenza del Gruppo Fs ad affrontare queste emergenze, anche se annunciate da tempo”.
Per Boni quanto successo “è la conseguenza del fatto che Fs si è trasformata e non ha più al centro il trasporto ferroviario: la dirigenza si dedica a tagliare nastri o fare shopping in giro per l’Europa, comprando pezzi di ferrovie di altri Paesi o società di autobus. Lo dimostrano i fatti e gli investimenti nella manutenzione. Sono bastati 10 centimetri di neve caduti su Roma per mandare in tilt il nodo ferroviario nevralgico del Paese, causando la cancellazione e enormi ritardi nell’80% dei treni Av e lunga percorrenza con ripercussioni su tutti i principali capoluoghi d’Italia”.
“Ci domandiamo se il Governo non abbia avuto un po’ troppa fretta nel riconfermare il board ferroviario scaduto alla fine del 2017” prosegue Boni rilevando anche che “ieri di fronte al blocco del nodo di Roma Termini i ferrovieri in servizio hanno collaborato al meglio, come sempre e con grande responsabilità, pur in una situazione difficile, portando a destinazione i treni in alcuni casi con oltre 10 ore di ritardo e quindi ben di più fuori casa. Come sindacati chiediamo un’attenzione maggiore all’infrastruttura ferroviaria con investimenti mirati a prevenire le criticità causate dal gelo e dalla neve accompagnate da un piano eccezionale di assunzioni di operatori della manutenzione e una rivisitazione di quello che oggi è il reticolo manutentivo”.