Nipotini “freak” degli Stereolab, sgangherati e coloratissimi, gli inglesi Mandrake Handshake definiscono se stessi come un “Flowerkraut Collective”. L’album è un visionario viaggio mistico retro-futurista.
Che il sound figlio delle intuizioni degli Stereolab negli anni ’90 stesse tornando di grande attualitĂ era giĂ evidente dalle tante uscite chiaramente ispirate da quel mix di reiterazione ritmica tipicamente “kraut” di Can e Neu!, suoni rigorosamente vintage, immaginario retrofuturistico, cançon francese, easy listening, bossa nova, sognanti armonie vocali e approccio “indie” (tra i tanti, ad esempio, Isolde Lasoen, Susan James, Charlie Hilton, Peel Dream Magazine, Crumb, High Pulp, Spacemoth, ma anche i nostri OrtopĂ©die e VOVO VOV, visti nelle ultime edizioni del Rock Contest).
I Mandrake Handshake, coloratissimo e sgangherato collettivo musicale inglese con base a Londra e Oxford, si inseriscono nel filone innestandovi un particolare approccio “freak” e vagamente free jazz-progressivo (piuttosto distante dal rigore “socialista” di Tim Gane Letizia Sadier e soci) che sposta l’asse verso i suoni di Gong, Pentangle o, per citare esperienze piĂą recenti, Ozric Tentacles; si autodefiniscono infatti, con felice espressione, un “Flowerkraut Collective”. Gli elementi jazz risultano evidenti soprattutto nella complessitĂ delle strutture musicali e nell’uso di strumenti come il sassofono e il flauto, che aggiungono una dimensione improvvisativa “free” al loro sound.
Il gruppo è composto da un numero variabile di membri, tra i sette e i dieci, e include artisti come Row Janjuah (chitarra e voce), Trinity Oksana (voce principale), Elvis Thirlwell (percussioni), Joe Bourdier (batteria), Rudy Mae Symonds (cori), David Howard-Baker (sassofono/flauto/tastiere), Moogieman (sintetizzatore modulare/tastiere), Charlie Arrowsmith (chitarra ritmica), e Jake Kavanagh (basso).
Prima del loro debutto discografico sulla lunga durata, i Mandrake Handshake avevano giĂ guadagnato una certa notorietĂ con due EP acclamati dalla critica, “Shake The Hand That Feeds You” e “The Triple Point of Water” che giĂ rendevano chiari gli elementi costitutivi del loro sound: fusione di elementi jazz, rock psichedelico e krautrock, con coloriture che spaziano dalla musica brasiliana ai classici del rock degli anni ’60 e ’70.
Il loro album di debutto, “Earth-Sized Worlds”, è stato pubblicato il 21 febbraio 2024 via Tip Top Recordings. Questo lavoro rappresenta un viaggio sonoro immersivo e psichedelico, che esplora temi di identitĂ , trasformazione e connessione con la natura. L’album è stato anticipato da singoli come “Charlie’s Comet”, “King Cnut” e “The Change And The Changing”.
Il disco è un tappeto sonoro affascinante e immaginifico, un lavoro che richiede di essere ascoltato con attenzione (ancor meglio in cuffia) per apprezzarne pienamente la profonditĂ e la complessitĂ , caratterizzato da brani come “Hypersonic Super”, un’odissea di oltre otto minuti che combina elementi di krautrock e psichedelia, e il brano omonimo “Earth-Sized Worlds”, un epico finale acido e misticheggiante che sintetizza il sound del gruppo in una traccia di quasi dieci minuti.
Il titolo “Earth-Sized Worlds” si collega profondamente al contenuto musicale dell’album, riflettendo i temi di esplorazione personale e connessione con l’ambiente circostante. “Earth-Sized Worlds” evoca l’idea di una connessione profonda con il pianeta e l’ambiente, le tracce dell’album parlano di come la natura possa fungere da forza curativa e da rifugio, sottolineando l’importanza di riconnettersi con il mondo naturale.
Durante il suo svolgimento l’album affronta il viaggio interiore dell’individuo, esplorando come le esperienze e le relazioni possano trasformare la percezione di sĂ©. Il concetto di “mondi della dimensione terrestre” suggerisce una riflessione su come le esperienze quotidiane e le interazioni con il mondo possano influenzare la propria identitĂ .
L’idea di “mondi” suggerisce anche un elemento vagamente “escapista”, invitando l’ascoltatore a esplorare spazi sonori alternativi e immaginari. La musica stessa è caratterizzata da paesaggi sonori psichedelici che trasportano l’ascoltatore in un viaggio attraverso diverse dimensioni emotive e sonore, così come lo stesso incontro di generi musicali apparentemente così diversi rappresenta simbolicamente i “mondi” che coesistono nella societĂ contemporanea. In sintesi, il titolo “Earth-Sized Worlds” è il concetto centrale che permea l’intero album, invitando gli ascoltatori a riflettere sulla loro esistenza e sul loro legame con il mondo che li circonda.
“Earth-Sized Worlds” dei Mandrake Handshake è il nostro Disco della Settimana.