Manifesta 12, la Biennale nomade di arte contemporanea aperta a Palermo, dove rimane fino al 4 novembre, ha portato tante mostre ed eventi in tutta la città e ha scatenato un’infinità di energie locali.
Grazie a Manifesta ci sono mostre collaterali dappertutto. Impossibile parlare di tutte. Tra le più interessanti ne segnalo tre. Quella dedicata a Gino De Dominicis al Museo Riso; e siccome De Dominicis non voleva che le sue opere fossero fotografate, qui non ne vedrete alcuna immagine;
poi Resignifications, una grande ed interessante collettiva di artisti allo Zac dei Cantieri culturali alla Zisa, curata da Awam Amkpa, che esplora questioni come la rappresentazione degli africani nell’arte occidentale, le migrazioni, il commercio di schiavi, e le idee di confine, mobilità, cittadinanza, e diritti umani.
Espongono qui anche due brave artiste che lavorano a Firenze, Alessandra Capodacqua e Alessandra Ragionieri.
Infine il museo archeologico Salinas, da poco riaperto, propone una ampia personale dell’artista russo Evgeny Antufiev, che per When Art became part of the Landscape, chapter 1, mimetizza i suoi lavori tra i meravigliosi pezzi del museo.
Insieme a tutti questi eventi e ai tanti altri che avranno luogo nelle settimane e nei mesi prossimi, per i quali consiglio di consultare il sito della biennale, Manifesta 12 ha fatto spuntare decine di mostre e studi aperti in giro per la città.
Raccontare tutto in maniera esauriente è una vera mission impossible. Allora chiudo in bellezza questo lungo racconto dedicato a Manifesta 12 a Palermo segnalando la bella mostra della fotografa Gaia Cambiaggi.
La sua Invernaderos, curata da Emilia Giorgi e allestita negli spazi di Studio Gibel a Palermo in Corso Vittorio Emanuele, 484, dove rimane aperta fino al 14 settembre,
presenta immagini tratte dalla ricerca che la impegna da tempo intorno alla produzione agroalimentare intensiva. L’argomento tocca questioni legate al territorio, all’economia comunitaria e al flusso di lavoratori coinvolti.
A Palermo, Gaia Cambiaggi espone immagini realizzate nel Sud della Spagna, intorno ad Almeria, dove le serre plastificate si estendono quasi senza soluzione di continuità a coprire di polietilene grandi aree di terreno, in una zona detta El Mar de Plastico.
Non appaiono umani, ma è ovvio pensare a chi lavora in questi posti e a cosa può arrivare lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali… e di conseguenza il pensiero si alza in volo per tornare al Giardino Planetario che è stato il tema centrale della biennale nomade di arte contemporanea Manifesta 12, tutta composta intorno al proposito ideale, davvero positivo e pieno di speranza, di Coltivare la Coesistenza.
Manifesta 12 è proprio una gran bella biennale. Non solo è colma di lavori che fanno pensare, offre anche l’occasione di conoscere Palermo dal di dentro. Cercate di andare a vederla.
Margherita Abbozzo. 6, fine!
Tutte le fotografie sono mie, a parte quelle del lavoro di Gaia Cambiaggi, courtesy of the artist. In ordine di apparizione ho fotografato i lavori di Delphine Diallo, Alessandra Capodacqua ed Evgeny Antufiev.