Marco Bagnoli è un artista contemporaneo legato a doppio filo con Firenze. Mercoledì 24 giugno, alle ore 16.30, lo sarà ancora di più, grazie a SCALA COELI.
Di cosa si tratta?
Come sanno anche le pietre a Firenze, mercoledì 24 giugno è San Giovanni. Non ci saranno i fuochi quest’anno, ma ci sarà una speciale riapertura della basilica di San Miniato al Monte.
Sarà speciale perchè ospiterà un incontro/performance/momento unico, cioè SCALA COELI. Due libri, un canto. In questa occasione la presenza, l’arte e la voce di Marco Bagnoli saranno accompagnati dalla musica di Luca Di Volo e di Eleonora Tassinari. E dai monaci olivetani, sotto la guida dell’ Abate Bernardo.
Insomma sarà una cerimonia rituale, che sarà celebrata in un luogo specialissimo e magicissimo – esso stesso “porta del cielo” – in un giorno unicissimo, cioè quello di San Giovanni in cui, appunto, si aprono le porte dei cieli per mettere in comunicazione la terra con il regno dei cieli.
Il tutto prenderà il via da dove inizia la vera vita per i cristiani, cioè al Fonte battesimale, opera in alabastro di Marco Bagnoli.
L’arte si fonderà con la musica e con le parole. Infatti nella stessa occasione saranno anche presentati due libri: Marco Bagnoli Janua Coeli, edito da Petra, Firenze 2019;
E Scritti sospesi / Visioni estatiche, di Fulvio Salvadori, pubblicato da Lindau, Torino 2020.
Interverranno anche Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno e della Fondazione Casa Buonarroti, Firenze; e Pier Luigi Tazzi, il curatore dell’ Atelier Marco Bagnoli, a Montelupo Fiorentino.
Marco Bagnoli ha già lavorato a San Miniato. E’ ancora fresca la memoria del suo lavoro Janua Coeli, cioè “Porta del Cielo”, realizzato solo due anni fa nel 2018 per celebrare il millenario della basilica. Sia lì che in altre parti di Firenze una volta visti i suoi lavori sono indimenticabili.
Scala Coeli di Marco Bagnoli proporrà insomma, come sostiene l’abate Bernardo “gesti, movimenti, canti, silenzi, letture e declamazioni finalizzate a riassumere il significato di memoriale dei dieci secoli da poco compiuti e più ancora di aprire al futuro, alla libertà e alla verticalità del cielo le nostre inquietudini dopo mesi di forzosa clausura per la quarantena”.
Margherita Abbozzo