Circa 5000 gli episodi di assenze accertati per 2600 ore di lavoro sottratte al servizio pubblico: è quanto è stato spiegato alla conferenza stampa per l’inchiesta su dipendenti pubblici assenteisti della Provincia e del Genio civile di Massa. Le indagini, condotte da procura e carabinieri di Massa, hanno portato oggi all’esecuzione di 26 arresti ai domiciliari e 3 divieti di dimora nella provincia. Complessivamente gli indagati sono 70.
L’inchiesta è partita due anni fa dopo la segnalazione di uno dei dipendenti a un carabiniere sul doppio lavoro di un collega, finendo per scoprire un fenomeno piĂą esteso e che le ragioni per le assenze era le piĂą varie come andare a fare la spesa o al mercato, accompagnare i figli a scuola, partecipare a messe e funerali e in due casi, relativi entrambi a dipendenti provinciali, per svolgere un altro lavoro: uno degli arrestati avrebbe aiutato la moglie nella tabaccheria di famiglia, un altro nel bar (sempre di proprietĂ ) a pochi passi dallo stesso palazzo della Provincia.
Emerso anche, secondo quanto spiegato, che le auto di servizio, anche quelle della polizia provinciale, venivano usate per spostamenti privati e commissioni di ogni genere. Quando alle modalitĂ delle assenze, succedeva che le missioni realmente commissionate dagli enti, anche fuori provincia, come sopralluoghi e riunioni, duravano sempre molte ore piĂą del tempo effettivamente trascorso fuori per lavoro.
Oppure i dipendenti coinvolti timbravano il cartellino per uscire a prendere un caffè, rimanevano nei paraggi pochi minuti poi timbravano nuovamente fingendo di essere tornati in ufficio mentre uscivano ancora, anche passando da porte secondarie, per stare fuori ore.
Nel corso dell’inchiesta c’è stata anche una fuga di notizie, dopo un anno di indagini, sulle telecamere piazzate dai carabinieri negli uffici pubblici: alcuni dipendenti si sarebbero spaventati interrompendo le assenze (sono gli indagati non raggiunti da misura cautelare), altri avrebbero invece reiterato il reato per quasi un altro anno.
“Ci abbiamo messo quasi due anni per essere sicuri che questi dipendenti pubblici reiterassero il reato sistematicamente; sapevamo che si tratta di padri e madri di famiglia, dovevamo essere sicuri che l’assentarsi dal posto di lavoro non fosse dovuto a motivi seri, personali e sporadici”. Così il procuratore di Massa Aldo Giubilaro in merito all’inchiesta su dipendenti pubblici assenteisti.
“Abbiamo analizzato migliaia di filmati, incrociato immagini, e testimonianze – ha detto Giubilaro-. Oggi posso dire che questi dipendenti pubblici non hanno avuto ritegno. Sono stati pagati per anni con i nostri soldi, quelli dei cittadini, sottraendo risorse al servizio pubblico ingiustamente. A fronte di questi soggetti – ha concluso – abbiamo anche accertato la presenza, per fortuna, di lavoratori onesti, che pagheranno in termini di danno di immagine la condotta dei colleghi”. La procura ha annunciato che lunedì gli atti saranno passati alla Corte dei Conti per l’aspetto relativo al danno erariale.