Mar 5 Nov 2024
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Massa: valvola cardiaca impiantata per prima volta al mondo con ‘puntura’ all’inguine

MASSA  – Una ‘puntura’ in una gamba del paziente per impiantare una valvola cardiaca. Così un intervento di minimo impatto, senza apertura del torace, effettuato all’Ospedale del Cuore di Fondazione Monasterio, a Massa (Massa Carrara).

La valvola è la tricuspide e ha il delicatissimo compito di presiedere al corretto flusso del sangue evitando che torni indietro nel suo percorso. Il team di Monasterio, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (Aoup), ha impiantato una valvola tricuspide con un intervento che la stessa Fondazione definisce “straordinario”, che si è svolto nell’ambito di uno studio internazionale, e che “ha portato ai massimi livelli la mini invasività”. Il team di Monasterio, guidato da Sergio Berti, direttore di Cardiologia Diagnostica e Interventistica, in collaborazione con i colleghi del dipartimento Emodinamica dell’Aoup diretto da Marco De Carlo, ha eseguito l’impianto, il primo in Toscana da accesso femorale venoso e il primo al mondo con guida ecocardiografica intracardiaca. La valvola è stata impiantata in una paziente fragile, in cura a Pisa e affetta da grave insufficienza tricuspidale non riparabile con tecniche percutanee e che, per il complessivo quadro clinico, avrebbe corso rischi troppo elevati se sottoposta a intervento chirurgico tradizionale. La paziente, spiega una nota, “è stata quindi proposta a Monasterio per essere sottoposta a questo innovativo intervento, eseguito nell’ambito di uno studio sperimentale che coinvolge Italia, Spagna, Germania e Canada: la valvola cardiaca è stata posizionata, attraverso una vena dell’inguine, evitando così l’apertura del torace”.

La mini invasività “estrema” è stata resa possibile solo grazie all’imaging cardiaco di elevato livello che ha fornito ogni dettaglio anatomico della paziente guidando il medico nell’impianto corretto della valvola. “Le protesi impiantabili attraverso cateteri – spiega De Carlo – rappresentano una nuova opzione terapeutica a basso rischio operatorio. La prima di queste è disponibile per l’uso commerciale da pochi mesi, mentre altri dispositivi sono ancora in fase di studio clinico, tra cui quello impiantato nella nostra paziente a Massa e un altro con l’Aoup come unico centro coinvolto in Toscana”. Secondo Marco Torre, dg di Monasterio, “anche questa volta la sanità toscana dimostra di saper fare rete”. Silvia Briani, dg dell’Aoup, aggiunge che “un risultato come questo, che ha risonanza mondiale, non sarebbe possibile se non fosse altissimo il livello professionale di coloro che lavorano nei nostri ospedali”.

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