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Massimiliano, malato di sclerosi multipla, è andato a morire in Svizzera con suicidio assistito. Vano suo appello di “essere aiutato a morire a casa mia”

Massimiliano

Firenze, è morto oggi 8 dicembre 2022, con suicidio assistito in una clinica in Svizzera, Massimiliano, il 44enne toscano da 6 anni malato di sclerosi multipla, che lunedì scorso aveva lanciato un appello per “essere aiutato a morire a casa mia”, in Italia.

Massimiliano, spiega l’associazione Coscioni, “è stato accompagnato, tramite un’azione di disobbedienza civile, dall’iscritta dall’ass. Luca Coscioni Felicetta Maltese, attivista della campagna Eutanasia Legale, e da Chiara Lalli, giornalista e bioeticista.

Domani l’autodenuncia a Firenze presso stazione carabinieri Santa Maria Novella alle ore 11”. Anche Marco Cappato, “che in questa occasione non ha direttamente accompagnato Massimiliano, si autodenuncerà in veste di legale rappresentante dell’Associazione Soccorso civile che ha organizzato e finanziato il viaggio di Massimiliano verso la Svizzera. Ad accompagnarli Filomena Gallo, avvocato e segretario nazionale dell’associazione Luca Coscioni”.

Massimiliano, non essendo tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale, non aveva possibilità di accedere al suicidio assistito in Italia poiché privo di uno dei requisiti della sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Dj Fabo.

Lunedì il suo appello pubblico per poter porre fine alle sue sofferenze in Italia, a casa sua, vicino ai suoi cari. Con lui in quel video anche il padre, Bruno che ieri aveva a sua volta lanciato un appello a sostegno della libertà di scelta del figlio, “davanti al silenzio da parte della politica dopo la richiesta di aiuto di Massimiliano”, spiega l’associazione. “È cosciente della sua vita. Lui è lucido di mente – queste le parole del padre -.

È arrivato a questo punto qui perché non ce la fa più”, “è una sofferenza continua, giorno dopo giorno. È un volere suo, perché deve negare questo volere. Il corpo è suo, lo sente lui cosa soffre. E noi non possiamo dire di no. Sarebbe solo egoismo, per farlo soffrire ancora di più. Vorrei che fosse una cosa fatta in Italia”

“Sono quasi completamente paralizzato e faccio fatica anche a parlare. Da un paio di anni siccome non ce la faccio più” ho iniziato “a documentarmi su internet su metodi di suicidio indolore”, e “finalmente ho raggiunto il mio sogno. Peccato che non l’ho raggiunto in Italia, ma mi tocca andare all’estero”.

“Perché non posso farlo qui in Italia? A casa mia, anche in un ospedale, con i parenti, gli amici” vicino. “No, devo andarmene in Svizzera. Non mi sembra una cosa logica questa”: “Sono costretto ad andarmene via, per andarmene via”.

Così racconta nel suo ultimo video messaggio Massimiliano, prima di andarsene in Svizzera a morire con il suicidio assistito.

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