“Le università sono il luogo principe per affermare la cultura del Paese” e “hanno un ruolo fondamentale e decisivo per la democrazia e la Repubblica”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo saluto alla cerimonia di apertura dell’Anno accademico dell’università di Firenze.
Uno dei rischi che “periodicamente si corre” è quello di restare “prigionieri del presente”, “un oggi senza passato e senza orizzonte”, che si mostra indifferente “agli insegnamenti della storia”. C’è il rischio di essere “catturati da un presente immutabile senza passato e senza futuro”, un rischio che la cultura può esorcizzare. Lo ha detto il presidente della Repubblica, nel suo intervento Palazzo Vecchio.
La cerimonia d’apertura dell’Anno accademico dell’Università di Firenze si è aperta nel salone dei Cinquecento con i saluti del sindaco Dario Nardella che si è rivolto al presidente Sergio Mattarella dicendo anche: “Presidente lei trova una città aperta, forte, unita, orgogliosa del rapporto speciale con lei. Sono riconoscente che lei sia presente in questa occasione e in questo salone dove hanno operato i geni della storia”. Nardella aveva incontrato brevemente Mattarella prima della cerimonia per un saluto istituzionale.
“L’Università sarebbe pronta, con risorse proprie, a fare investimenti in capitale umano e in infrastrutture, ma né verifichiamo l’impossibilità. Le politiche governative sul massimo di spesa consentito annualmente ci impediscono progettualità di lungo raggio”. Lo ha detto il rettore di Firenze Luigi Dei nella relazione letta all’inaugurazione. Dei ha anche detto che “dobbiamo realizzare gli obiettivi che ci da l’Europa sull’incremento dei laureati nella fascia 25-34 anni, ma non saremo mai in grado di reggere l’impatto di un incremento della popolazione studentesca a causa delle deficienze infrastrutturali, le quali si risolvono solo con decisi interventi finanziari governativi su base pluriennale”.