Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato nelle scorse ore Bruna Binasco per manifestarle affetto e vicinanza dopo la morte di Sergio Staino avvenuta sabato scorso all’età di 83 anni.
“Mi ha telefonato Mattarella. Per dirmi quanto bene voleva a Sergio e che conserva il suo libro con dedica. Ci teneva a parlare con me e a unirsi al coro unanime di affetto nei suoi confronti”, sono le parole della moglie che raccontano il gesto fatto da Mattarella, di vicinanza umana prima ancora che istituzionale.
La settimana di attestati di stima, affetto, cordoglio, ricordi, testimonianze, aneddoti e momenti di grande commozione sono culminati nella telefonata del presidente della Repubblica in una dimensione intima, familiare e lontana dalle telecamere. Un gesto di sincera partecipazione che si aggiunge ai momenti di condivisione intorno a Staino e ai suoi familiari, dalla camera ardente domenica a Scandicci al Salone dei Cinquecento affollato come non mai lunedì scorso, per l’ultimo saluto al babbo di Bobo.
I cantautori Francesco Guccini e Roberto Vecchioni, l’attore David Riondino, l’attrice Lella Costa, Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, l’ex leader di Lotta Continua Adriano Sofri, la segretaria del Pd Elly Schlein, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, i consiglieri regionali toscani Andrea Vannucci e Cristina Giachi, il presidente del Consiglio regionale della Toscano, Antonio Mazzeo, l’ex leader dei ‘girotondi’ Francesco ‘Pancho’ Pardi, l’ex ministro Giuseppe Provenzano. Al centro del Salone un’immagine di Bobo, una vignetta che ritraeva il personaggio nato dalla matita di Staino che stando in piedi su uno sperone di roccia guarda in lontananza e afferma “Sono il raccattapalle del mio destino” e l’urna delle ceneri con i fiori e vicino la moglie Bruna. A condurre il funerale laico, introdotto da un momento musicale dedicato dal figlio Michele al padre, è stato l’attore Paolo Hendel, che insieme ad Adriano Sofri è stato uno dei due grandi amici del vignettista che sono stati sempre accanto a lui dopo che il 31 ottobre 2022 fu ricoverato in ospedale per un ictus.
“Caro babbo”, da adolescente “non è stato sempre facile essere tua figlia”, perché “quello che accadeva in casa poi finiva sulle vignette”. Però “hai avuto una vita bellissima e te la sei meritata tutta”. A Palazzo Vecchio è stato della figlia Ilaria il saluto più commovente a Sergio Staino. “Sono sempre stata orgogliosa di averti come babbo. E ha ragione Michele”, il fratello musicista, “a dire che eri apprensivo, accudente”, anche quando “ci svegliavi la mattina per andare a scuola cantando”. Un uomo “buono, generoso, appassionato e con un cuore enorme. Hai sempre voluto abbattere muri, credendo nel dialogo, insegnandoci il senso della giustizia, della collettività e della partecipazione”. Così “la casa non eravamo solo noi, ma tutti gli amici che la abitavano. Perché gli amici, dicevi, sono la cosa più importante. Dicevi, ‘non mi importa avere un centesimo, ma gli amici sì’. E oggi, lo vediamo qua”, in questa sala gremita. In questo ultimo anno “difficile ci è caduta addosso un enorme ondata di amore”.
Intanto a Firenze “faremo sicuramente qualcosa di importante per ricordare Staino”. Lo assicura il sindaco, Dario Nardella. “Nei prossimi giorni troveremo la forma più adatta, più adeguata. Mi piacerebbe che un teatro, una scuola o un cinema portasse il suo nome e chissà se, accanto al teatro Puccini, ci possa essere anche quello di Staino”. Sandro Fallani, il sindaco della sua Scandicci ha invece annunciato: “Il castello dell’Acciaiolo ospiterà l’archivio di Staino”.