Lun 18 Nov 2024
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Nobel per la matematica assegnato a giovane italiano che ha studiato a Pisa

Dopo 44 anni la medaglia Fields per la matematica torna in mano ad un italiano: Alessio Figalli, “Questo premio mi dà tantissima gioia, è qualcosa di cosi grande che mi risulta difficile credere di averlo ricevuto”, “è un grande stimolo per il futuro”, voglio continuare a “cercare di produrre studi di altissimo livello” commenta lo studioso.

Assegnata all’italiano Alessio Figalli la medaglia Fields, il maggiore riconoscimento mondiale per la matematica, pari al Nobel. Nato a Roma 34 anni fa, Figalli ha studiato nella Scuola Normale di Pisa. Dal 2016 è docente al Politecnico di Zurigo e, dopo 44 anni, è il secondo italiano a ricevere questo premio, istituito nel 1936 e assegnato dall’Unione Matematica Internazionale. L’annuncio è stato dato a Rio de Janeiro, in apertura del Congresso internazionale dei matematici, in programma fino al 9 agosto.

“Questo premio mi dà tantissima gioia, è qualcosa di cosi grande che mi risulta difficile credere di averlo ricevuto”, ha detto all’ANSA Alessio Figalli commentando l’assegnazione della medaglia Fields. Il riconoscimento, della portata di un Nobel, “è un grande stimolo per il futuro, che mi motiverà a continuare a lavorare nei miei settori di ricerca per cercare di produrre studi di altissimo livello”.

Assegnata ogni quattro anni a matematici che non abbiano compiuto 40 anni, la medaglia Fields è stata vinta da un italiano solo una volta, 44 anni fa. Nel 1974 era stata infatti assegnata a Enrico Bombieri, dell’Istituto di studi avanzati di Princeton e docente della Scuola Normale di Pisa dal 1974 al 1977.

Alla Scuola Normale di Pisa ha studiato Figalli, dove ha ottenuto il dottorato a soli 23 anni. Figalli è stato premiato per le ricerche nella teoria del trasporto ottimale, che si occupa del modo più economico per trasportare oggetti da un luogo a un altro, e agli studi sulle equazioni a derivate parziali e sulla probabilità.

Soddisfazione, emozione e soprattutto un grande debito di riconoscenza, da parte di Figalli, all’Italia e in particolare alla Scuola Normale di Pisa, dove si è laureato con un anno di anticipo e ha conseguito il dottorato in un solo anno. “La medaglia Fields”, ha detto ancora Figalli “premia la continuità di un lavoro che si è protratto nel tempo a partire dall’anno della laurea a Pisa e del dottorato di ricerca tra Pisa e Lione”.

Figalli, che all’età di 34 anni ha al suo attivo 140 pubblicazioni, è nato a Roma il 2 aprile 1984, dove ha studiato al liceo classico Vivona; nel 2002 è stato ammesso alla Scuola Normale di Pisa, dove si è laureato in meno di quattro anni, contro i cinque previsti dal piano di studio, seguito da Luigi Ambrosio, docente di Analisi matematica, con il quale ha conseguito il dottorato di ricerca nell’ottobre 2007, in un solo anno, svolgendo il secondo semestre del corso di perfezionamento presso l’École Normale Supérieure di Lione. Nel 2008 ha avuto la docenza all’École Polytechnique di Parigi e nel 2009 nell’Università del Texas ad Austin, dove nel 2011 è diventato professore ordinario. Dal 2016 insegna nel Politecnico di Zurigo.

La medaglia Fields è il coronamento di una serie di importanti riconoscimenti scientifici, come quello della Società Europea di Matematica (2012), la Stampacchia Gold Medal (2015), l’O’Donnel Award in Science conferito dall’Accademia di Medicina, Ingegneria e Scienza del Texas (2016), il Premio Feltrinelli Giovani dell’Accademia dei Lincei (2017).

Una conferma dell’eccellenza italiana: rappresenta questo, per il direttore Scuola Normale Superiore di Pisa, Vincenzo Barone, l’assegnazione della medaglia Fields ad Alessio Figalli. “Conferma”, rileva in una nota “la tradizione di eccellenza formativa che contraddistingue la Scuola Normale Superiore in tutte le discipline di base”.

Sono molti, infatti, i matematici celebri passati dalla Normale, come Vito Volterra, Mauro Picone, Guido Stampacchia, Aldo Andreotti, Camillo De Lellis che oggi insegna a Princeton, e Luigi Ambrosio, che ha seguito Figalli nei suoi studi.

“Alla Normale”, prosegue Barone “Figalli ha trovato i suoi maestri, che presto sono diventati suoi ‘pari'”. Barone rileva inoltre che, gli studi classici di Figalli non solo “non gli hanno affatto impedito di ottenere i risultati prestigiosi che ha raggiunto,”, ma gli hanno dato “ampiezza di visioni e comprensione della complessità”.

Per Ambrosio, che ha seguito la formazione di Figalli, il giovane vincitore della medaglia Fields “é un problem solver, di eccezionale talento”, capace di “velocità e profondità nell’assimilazione dei lavori dei matematici che ci hanno preceduto, inventiva” e con una “personalità, al tempo stesso carismatica e di grande equilibrio, che lo rende un collega benvoluto e stimato da tutto il nostro ambiente e un ambito collaboratore nelle ricerche”.

Per Ambrosio veder crescere i propri allievi è una “gratificazione quasi pari a quella che può derivare dalla dimostrazione o dalla scoperta di un nuovo e importante risultato”. Osserva infine che “la medaglia Fields di Alessio va anche a premiare, indirettamente, le forti tradizioni della matematica italiana” e in particolare l’eredità di figure come Leonida Tonelli, Guido Stampacchia ed Ennio De Giorgi, tutti docenti presso la Scuola Normale.

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