La consigliera Titta Meucci (Pd) ha presentato una proposta in Consiglio regionale per estendere l’iniziativa, partita dalla Germania qualche anno fa, delle pietre d’inciampo. “E’ anche un modo per ricordare l’80° anniversario delle leggi razziali”, dice la consigliera.
Camminare in città a testa bassa, immersi nei propri pensieri o con gli occhi fissi al telefonino, e “inciampare” nella memoria. Sul lastricato alcune mattonelle sono diverse dalle altre, sono targhe di ottone, incise con i nomi dei deportati nei campi di sterminio nazisti. Sono le Pietre d’inciampo, oltre 61.000 installate in tante città europee, tante in Toscana.
Un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig, partita qualche anno fa, in memoria di quanti a vario titolo (ebrei, politici, militari, rom, omosessuali, testimoni di Geova, disabili) sono stati deportati nei campi di sterminio nazisti.
Ora, su proposta della consigliera regionale del Pd Titta Meucci, il Consiglio regionale discuterà una mozione per diffondere in tante altre città toscane, a partire da Firenze (sull’esempio di altri capoluoghi quali Prato, Livorno, Siena e Pisa), questa singolare iniziativa di grande valore rievocativo.
«Ho voluto avanzare questa proposta – spiega Meucci – proprio nella settimana in cui si celebra la giornata della memoria che, quest’anno, assume un’importanza diversa, perché ricorre l’ottantesimo anniversario della firma del del Regio decreto-legge “Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista”, che fu il primo atto di un sistema di norme antisemite. Quel decreto fu firmato proprio in Toscana, nella tenuta di San Rossore. Fu quello il punto di partenza che determinò, oltre alla discriminazione, la persecuzione e le deportazioni.
Credo che tra le tante e meritevoli iniziative che le istituzioni hanno portato avanti in questi anni per ricordare quelle pagine buie della nostra storia, l’installazione delle Pietre d’inciampo sia una delle più suggestive, perché legano fortemente il ricordo di vite perdute, di uomini, donne e bambini deportati e il più delle volte mai ritornati, al vivere quotidiano delle città. Sapere che in un determinato luogo abitava o veniva fatta prigioniera una persona innocente, serve ad arricchire la memoria e l’identità storica delle città, offre spunti di riflessione a tutti, in particolare alle giovani generazioni».
“La valenza etica e culturale dell’installazione delle “pietre d’inciampo” – si legge infatti nella mozione – è tale che da parte di alcuni Uffici Scolastici Regionali sono stati predisposti specifici progetti rivolti agli istituti scolastici, in relazione al grado scolastico, finalizzati a dare la possibilità agli studenti di partecipare alla progettazione ed alla realizzazione di percorsi didattici, atti alla costruzione di specifici eventi attorno alla posa delle pietre, e successivamente al mantenimento ed alla cura delle medesime; gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado possono essi stessi, opportunamente affiancati e supportati, identificare e indicare nuovi nominativi a cui poter dedicare una pietra d’inciampo”.
«Ritengo che in questo momento storico particolare – continua Meucci – dove riemergono forme di revisionismo, negazionismo e rigurgiti di fascismo la memoria dell’Olocausto e delle deportazioni non debba esaurirsi nella celebrazione di una Giornata. Tra l’altro l’ultimo episodio ieri ha riguardato proprio le pietre d’inciampo a Milano, con lo sfregio di quella dedicata alla memoria di un operaio deportato a Mauthausen. Per questo – conclude la consigliera regionale – spero che si possa avviare presto, insieme alla giunta toscana, un’azione di sensibilizzazione e di sostegno nei confronti di quelle comunità locali che ancora non hanno installato sul proprio territorio le Pietre d’inciampo, a partire dalla città di Firenze che annovera centinaia di deportati».