Si inaugura il 9 settembre alle 12 al Memoriale delle Deportazioni di Firenze (viale Donato Giannotti 81-8) la mostra intitolata “Progettare la memoria – Lo studio BBPR: i monumenti, le deportazioni” dedicata ai progetti dello studio di architettura BBPR per monumenti e memoriali in memoria delle vittime dei campi nazisti.
La mostra, un percorso tra schizzi, immagini, documenti d’archivio e le fotografie di Nanni Fontana, è stata progettata e realizzata dall’Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti e fa tappa a Firenze grazie al sostegno della Regione Toscana e del Museo della Deportazione e della Resistenza di Prato, in collaborazione con il Comune di Firenze e il Comune di Prato.
Attraverso un percorso fotografico e documenti provenienti da numerosi archivi, l’allestimento, aperto fino al 2 dicembre, presenta il Monumento ai Caduti nei campi di concentramento nazisti presso il cimitero Monumentale di Milano (1945), il Memorial di Gusen (1964), il Museo-Monumento al deportato politico e razziale di Carpi (1973, il Memoriale in onore degli italiani caduti nei campi di sterminio di Auschwitz (1980), la cella italiana nel campo di Ravensbrück (1997) e il Monumento al deportato al Parco Nord Milano (1998).
L’esposizione svela la genesi di queste opere e l’originale metodo di lavoro di uno dei più noti studi di architettura italiani del secondo dopoguerra. Gian Luigi Banfi e Lodovico Barbiano di Belgiojoso erano componenti dello studio BBPR con Enrico Peressutti ed Ernesto Rogers, che subirono in prima persona la deportazione a Mauthausen per il loro impegno nelle fila del Partito d’Azione negli anni della Resistenza. Gian Luigi Banfi cedette alle dure condizioni del Lager e morì a Gusen nell’aprile 1945. Ispirato da un forte impegno civile e da un grande spirito di collaborazione e multidisciplinarietà, negli anni dopo la guerra lo studio si avvale anche del contributo di importanti esponenti della cultura. Ne è un esempio proprio il Memoriale di Auschwitz, ora ospitato a Firenze, nella cui realizzazione sonno stati coinvolti Pupino Samonà, Luigi Nono e Primo Levi.
I curatori della mostra sono Giuliano Banfi, Gaia Carboni, Dario Venegoni e Leonardo Visco Gilardi per conto dell’ANED, in collaborazione con Alberico Barbiano di Belgiojoso, Fondazione Memoria della Deportazione e Fondazione Fossoli. Consulenza per l’Architettura di Maria Vittoria Capitanucci, fotografie di Nanni Fontana, progetto espositivo e allestimento di Navone e Associati, progetto grafico di Eva Scaini..
La mostra si può visitare dal venerdì al lunedì dalle 10 alle 13, la domenica metropolitana anche dalle 15 alle 18. Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria a 055 2768224 oppure [email protected]. Prenotazione per le scuole: 055 2616788 oppure [email protected].
“Non c’è luogo migliore di Firenze per ospitare questa mostra – afferma Dario Venegoni, presidente nazionale dell’ANED – Firenze e la Toscana sono state protagoniste del salvataggio di una delle più importati opere dello studio BBPR, quella che era ad Auschwitz, promuovendo la nascita del Memoriale delle Deportazioni, un polo importantissimo della Memoria”.
“Non è solo un modo per dire grazie a questi grandi architetti, antifascisti militanti, ‘autori’ del Memoriale italiano di Auschwitz, che la Toscana ha voluto salvaguardare – osserva il presidente della Toscana Eugenio Giani – Ma costituisce un momento di crescita del nuovo polo della Memoria che noi vogliamo diventi sempre più punto di riferimento nazionale e internazionale, come lo è stato lo studio BBPR per il movimento architettonico e la cultura contemporanea del nostro paese”.
“Confermiamo, anche con questa mostra, il nostro instancabile impegno per la salvaguardia e la diffusione della Memoria” – sottolinea l’assessora regionale alla Cultura della Memoria Alessandra Nardini – Voglio ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questa mostra e che si sono adoperati e si stanno adoperando affinché il Memoriale delle Deportazioni, che con grande convinzione ed impegno abbiamo voluto in Toscana, diventi sempre più un vero Polo di Memoria, visitato da cittadine e cittadini, a partire dalle più giovani e dai più giovani, e possa ospitare mostre dal valore prezioso. Oggi più che mai è un preciso dovere delle istituzioni democratiche quello di tenere viva la Memoria e impedire che attecchiscano i vergognosi tentativi di negazionismo e di revisionismo a cui stiamo assistendo. La storia, la cultura, la Memoria, sono i vaccini più potenti”.
“Mantenere viva la memoria è una parte fondamentale dell’identità di Firenze, è un dovere collettivo che ci richiama alla responsabilità di non dimenticare le atrocità del passato – aggiunge l’assessora alla Memoria del Comune di Firenze Benedetta Albanese – Ospitare mostre come questa nella nostra città è quindi molto più di un atto commemorativo, è un’occasione per sensibilizzare e curare una cultura di pace e consapevolezza. Grazie ad Aned e a tutti quelli che lavorano per tramandare l’orrore dell’olocausto”.
“Ogni giorno, attraverso il Museo della Deportazione e della Resistenza, Prato lavora per trasmettere la Memoria alle nuove generazioni e per onorare chi al prezzo della propria vita ha sconfitto le truppe nazifasciste, ci ha consegnato un’Italia libera, democratica e antifascista – conclude la sindaca di Prato Ilaria Bugetti – Questa mostra è un altro tassello che si aggiunge all’opera quotidiana che portiamo avanti affinché la Memoria sia viva e diffusa. È importante farlo con ogni linguaggio – in questo caso l’arte e l’architettura – per diffondere il più possibile conoscenza e riflessioni. Solo attraverso la consapevolezza la Memoria ha davvero un valore”.