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‘Messa alla prova’: imputati-indagati possono fare lavori di pubblica utilità

Messa alla prova

?Firenze, è stata firmata una convenzione per la “messa alla prova presso l’autorità giudiziaria” stipulata tra Tribunale di Firenze, Procura della Repubblica, Ufficio interdistrettuale esecuzione pena le, Ordine degli avvocati, Camera penale, Città Metropolitana, Comune di Firenze, Fondazione Solidarietà Caritas onlus.

La convenzione dal titolo “Messa alla prova” prevede Lavori di pubblica utilità presso l’autorità giudiziaria per imputati e indagati, a precise condizioni.

La convenzione, di durata triennale è stata siglata stamani in Palazzo Medici Riccardi dal Sindaco Dario Nardella e il Presidente del Tribunale Marilena Rizzo, insieme ai rappresentanti degli altri soggetti firmatari: Luca Tescaroli, Sostituto Procuratore della Repubblica; Salvatore Nasca, dirigente l’Uiepe-Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna di Firenze; Andrea Simoncini, costituzionalista e coordinatore del Piano strategico della Città Metropolitana; Lapo Gramigni, su delega del Presidente dell’Ordine degli Avvocati; Luca Bisori, Presidente della Camera Penale; Vincenzo Lucchetti, Presidente del Consiglio direttivo della Fondazione Solidarietà Caritas Onlus-Firenze.

“Facciamo un ulteriore significativo passo avanti – spiega il Sindaco Dario Nardella – nella promozione di azioni volte all’educazione alla legalità. E’ un obiettivo strategico, di grande civiltà, che abbiamo inteso sottolineare già nel Patto per giustizia firmato nel 2017 con il Tribunale, l’Università, la Camera di Commercio di Firenze e la Fondazione Cassa di Risparmio. E’ possibile e doveroso reintegrare nella vita comune persone che hanno sbagliato, attraverso percorsi educativi che portano in sé la dignità del lavoro e il segno di un servizio portato alla collettività”.

“L’obiettivo della presente convenzione – precisa la Presidente del Tribunale Marilena Rizzo – è costituito dalla creazione di un partenariato per garantire una giustizia penale che eviti i danni della carcerazione , prevenga la recidiva e nel contempo ripari la collettività del danno ricevuto dalla commissione del reato con una prestazione lavorativa gratuita volta a velocizzare e favorire la realizzazione del processo penale telematico e quindi a rendere un servizio alla collettività e alla Giustizia”.

Sulla base delle Regole europee e del Codice di procedura penale, il giudice, sentito l’imputato e il pubblico ministero, può applicare la sospensione del procedimento con messa alla prova, subordinata alla prestazione di lavoro di pubblica utilità, che consiste nella prestazione di un’attività non retribuita in favore della collettività da svolgere presso lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni o presso Enti o organizzazioni di assistenza sociale e di volontariato.

Nell’ambito del progetto oggetto della convenzione siglata a Firenze l’indagato/imputato sottoposto alla messa alla prova presso gli uffici giudiziari verrà individuato sulla base di specifiche condizioni: l’assenza di precedenti penali e di altri procedimenti iscritti a carico dell’indagato/imputato; l’assenza di misure cautelari o di sicurezza in atto; la buona conoscenza della lingua italiana se il titolo di studio è stato rilasciato all’estero; l’assenza di condizioni di marginalità estrema qualora siano preclusive per il rispetto degli orari, per esigenze di spostamento o per altri motivi che possano pregiudicare le sue stesse aspettative; l’assenza di forme di dipendenza da sostanze.

Il lavoro di pubblica utilità reso presso gli uffici giudiziari non riguarderà in nessun caso i compiti istituzionali dell’autorità giudiziaria, ma avrà ad oggetto principalmente l’attività di digitalizzazione dei procedimenti penali, contribuendo così ad una più celere realizzazione del processo penale telematico.

L’obiettivo è quello di rafforzare nelle persone accusate di condotte illecite sentimenti di legalità e accentuare la percezione da parte della cittadinanza dell’impegno dell’autorità giudiziaria verso una giustizia prossima ed efficace.
Sono queste finalità che possono essere utilmente perseguite mediante lo svolgimento di lavori di pubblica utilità presso gli uffici dell’autorità giudiziaria (Tribunale di Firenze e Procura presso il Tribunale di Firenze) nell’ambito di un percorso di messa alla prova dell’accusato per valorizzare un contatto effettivo con la legalità rappresentata dall’istituzione giudiziaria, stimolarne il senso di responsabilità, favorire la comprensione della dimensione sociale e relazionale dei fatti illeciti, puntando a promuovere la consapevolezza che il reato è anche violazione dei diritti delle vittime.

Anche attraverso la “messa alla prova” si esprime una giustizia penale che evita i danni della carcerazione, previene la recidiva, ripara la comunità sia in senso generale che nelle individualità offese, modificando in senso positivo la percezione della cittadinanza nei confronti dell’autore.

Quali sono i compiti di ciascun soggetto sottoscrittore della Convenzione?
Il Tribunale e la Procura presso il Tribunale assumono l’impegno di accogliere parte degli indagati/imputati presi in carico dal Comune di Firenze e dalla Fondazione Solidarietà Caritas Onlus Firenze per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità. Il Tribunale e la Procura si impegnano altresì a favorire un percorso educativo e formativo di questi soggetti, che preveda contatti con la magistratura, con le forze dell’ordine, con strutture di tipo detentivo o riabilitativo, con esperti nelle materie psicologiche nonché con le vittime che manifestino disponibilità all’incontro.

L’Ordine degli Avvocati di Firenze e la Camera penale di Firenze si impegnano a far conoscere ai propri iscritti e associati la presente Convenzione e lo spirito che la anima in modo che il singolo avvocato qualora condivida con il cliente la richiesta di sospensione del processo con messa alla prova compia una prima valutazione sull’opportunità di un lavoro di pubblica utilità presso l’autorità giudiziaria e, in caso positivo, la inserisca nella richiesta di programma all’Uiepe (Ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna.

L’Uiepe di Firenze, attraverso le sue articolazioni locali, si impegna, all’atto della richiesta di programma di messa alla prova da parte dell’indagato/imputato, a valutare l’opportunità della effettuazione del lavoro di pubblica utilità presso l’autorità giudiziaria.
La Città metropolitana di Firenze si impegna a promuovere l’istituto della messa alla prova presso i Comuni del suo territorio, il Comune di Firenze e la Fondazione Solidarietà Caritas Onlus Firenze si dichiarano disponibili a inserire presso il Tribunale e la Procura della Repubblica di Firenze nei limiti quantitativi da essi indicati imputati/indagati da loro presi in carico per la messa alla prova.

L’attività non retribuita in favore della collettività sarà svolta secondo le modalità indicate nell’ordinanza di sospensione del processo con messa alla prova nella quale il giudice indica il tipo e la durata del lavoro di pubblica utilità.
Mentre è fatto divieto di corrispondere alle persone ammesse ai lavori di pubblica utilità una retribuzione, in qualsiasi forma, per l’attività svolta, è invece obbligatoria ed è a carico del Comune di Firenze e della Fondazione Solidarietà Caritas Onlus Firenze l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali nonché riguardo alla responsabilità civile verso i terzi.

Presidente del Tribunale Marilena Rizzo

Gimmy Tranquillo ha intervistato il Sindaco Dario Nardella e il Presidente del Tribunale Marilena Rizzo:

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