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Cultura & SpettacoloArteMichelangelo Consani alla Galleria ME Vannucci di Pistoia

Michelangelo Consani alla Galleria ME Vannucci di Pistoia

Inaugura domenica 25 aprile “Attraversò il campo di patate senza farsi alcun male”, mostra personale di Michelangelo Consani. A cura di Pier Luigi Tazzi alla Galleria ME Vannucci di Pistoia.

 

Inaugurazione domenica 25 aprile 2021, via Gorizia 122, dalle 10.00 alle 20.00. 

Galleria Vannucci Arte Moderna

Fino al 13 giugno 2021, da mercoledì a sabato, 09.30-12.00 / 16.30-19.30 

Domenica, lunedì e martedì su appuntamento

Michelangelo Consani (Livorno 1971) interviene negli spazi interni ed esterni della galleria, con una mostra in linea con le riflessioni che da sempre fanno parte della sua poetica e del suo percorso.

Tutte le opere formano un’unica opera totale, che si compone di immagini, suoni, sculture, installazioni, parole.

Ogni stanza della galleria è contraddistinta da un titolo che riprende quello di un film.

La sala principale, Una pura formalità, prende in prestito il titolo dal film di Giuseppe Tornatore del 1994.  23 disegni tutti raffiguranti coccodrilli e realizzati con grafite, penna biro o seppia su diversi tipi di carta che vanno dalla banalissima carta da stampanti in formato A4 al più pregiato cartoncino francese da disegno.

La sala è pervasa da musica di fondo, Singing in the rain cantata da Gene Kelly, che crea uno strano cortocircuito con le opere.

Una canzone in loop che si interrompe per far emergere il suono del video a bassa risoluzione che si trova proprio vicino all’ingresso. Interviene così il canto di una cicala proveniente dall’opera La cicala un lavoro che rivela gli interessi dell’artista per l’ecologia, la sostenibilità e la decrescita. In un paese rurale nel sud del Peloponneso gli unici abitanti rimasti sono delle cicale di grandi dimensioni che cantano sulle pale dei fichi d’India.

Il secondo spazio della galleria, Niente di nuovo sul fronte occidentale, fa riferimento al film del 1930 tratto dall’omonimo romanzo di Erich Maria Remarque. 

In questa stanza, sono collocate una serie di patate presentate sotto diverse forme, dal tubero già germogliato alla fusione in bronzo fino alla scultura in marmo, tutte a grandezza naturale. Nella stessa stanza troviamo Variazione da fermacarte (2005).

L’ultima stanza accoglie un’installazione composta da più elementi, un angelo in gesso con un’ala spezzata posto di fronte a una colonna in legno. L’opera e la stanza si intitolano Così lontano, così vicino, dal film di Wim Wenders del 1993.

Fuori dall’ingresso principale, sulla strada, una serie di patate colorate in giallo, verde scuro, blu scuro, arancione, rosso, verde mela, viola, celeste, bianco, creano un ambiente che prende il titolo di Via Pier Luigi Ighina, Milano 1908 – Imola 2004.  

Ighina sosteneva, grazie alle invenzioni da lui rivendicate, di poter rigenerare cellule morte, allontanare terremoti e allontanare o avvicinare nuvole. I colori usati per colorare le patate  destinate e decomporsi con il passare del tempo  sono quelli dello spettro solare già usati da Consani in altre occasioni.

2046 è invece il film del regista Wong Kar-wai che dà il titolo alle opere che si trovano nel cortile e ne fanno parte una serie di patate, sempre colorate con i colori dello spettro solare, e due sculture in ceramica collocate all’interno.

Per garantire la massima sicurezza è necessario comunicare la vostra visita alla mostra scrivendo a [email protected] oppure telefonando al +393356745185.