Lun 23 Dic 2024
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ToscanaCronacaMigranti: Fp "Con orario obbligatorio di rientro si crea ulteriore esclusione"

Migranti: Fp “Con orario obbligatorio di rientro si crea ulteriore esclusione”

I migranti ospiti delle strutture Cas fiorentine dovranno permanervi dalle 20 di sera alle 8 di mattina, lo dispone la Prefettura. La Fp Cgil: “Si rischia di produrre ulteriore esclusione e di alimentare la spirale di odio e paura che sta alla base dell’insicurezza sociale”

È stato reso noto da alcuni gestori di Centri di Accoglienza Straordinaria situati nel territorio della Città metropolitana di Firenze, che dal 1° novembre 2018 i richiedenti protezione internazionale ospiti dovranno rientrare nelle strutture entro le ore 20 e permanervi sino alle ore 8 successive.

E’ una disposizione scritta della Prefettura: fino a due mesi fa, si parlava solo di rientro notturno. Poi, in un’altra circolare si indicavano le ore 23 come orario di rientro. Con la nuova disposizione, ogni allontanamento al di fuori del predetto orario sarà ammesso soltanto previa autorizzazione della Prefettura stessa, “qualora ricorrano motivate e straordinarie esigenze”.

“La disposizione della Prefettura di Firenze – interviene Serena Spinelli, capogruppo Articolo Uno Mdp in Regione e coordinatrice di Articolo Uno Mdp Toscana – che limita le uscite dei richiedenti asilo dei Cas, obbligandone il rientro entro le ore 20 di sera, appare immotivata e volta ad alimentare un clima di diffidenza che non fa bene a nessuno. Non si garantisce maggiore sicurezza restringendo libertà personali, ai migranti o a chiunque altro, in modo generico, senza distinzione di causa.”

“Di fronte al clima di intolleranza che respiriamo,- prosegue Spinelli – di cui purtroppo abbiamo riscontro anche nella nostra regione, c’è estremo bisogno di fermarsi e fare chiarezza. Ed è per questo che sulla misura introdotta dalla Prefettura di Firenze presenterò un’interrogazione in Consiglio regionale; per chiedere alla Giunta quali sono state le motivazioni che hanno portato la Prefettura a prendere tale decisione e se esiste un allarme sicurezza all’interno dei Cas”.

“Condivido, inoltre, le preoccupazioni sollevate della Fp Cgil poiché, secondo la citata circolare, gli operatori dei Cas dovrebbero aprire, dunque controllare, i pacchi comperati dai migranti, segnalando acquisti spropositati, travisando in questo modo il ruolo degli operatori sociali. L’accoglienza e l’integrazione – conclude il capogruppo – si alimentano di legalità, rispetto delle regole, fiducia reciproca. Trovo sbagliato per chi arriva nel nostro Paese, come per chiunque altro, anteporre divieti, senza motivo e in modo indiscriminato”

“Si tratta di una nuova responsabilità e un ulteriore adempimento in capo alle lavoratrici e ai lavoratori all’accoglienza che va nella direzione opposta a quella dell’inclusione. Gli operatori sociali si trovano ad affrontare compiti per loro impropri all’interno di strutture che mutano la loro natura. Ci pare un intervento disciplinare che, nel tentativo di governare una società frammentata e sempre meno coesa, rischia di produrre ulteriore esclusione e di alimentare la spirale di odio e paura che sta alla base dell’insicurezza sociale. Continuiamo a essere convinti che le comunità locali debbano essere coinvolte nei servizi di accoglienza a partire dalle Amministrazioni comunali e dai loro Sindaci, per uscire dalla gestione emergenziale e costruire servizi di accoglienza ordinari” afferma la Fp Cgil.

Dalla Prefettura ai gestori è arrivata inoltre anche un’altra circolare, sulla questione dei pacchi acquistati on-line dai richiedenti asilo e consegnati dai corrieri nelle strutture di accoglienza. I gestori ora sono invitati a disporre che i pacchi siano aperti alla presenza degli operatori, sia “per ragioni di sicurezza” sia “per verificare che gli acquisti siano compatibili con la situazione economica dell’ospite”.

E se risultano acquisti “spropositati” si dovrà chiedere ragione agli interessati, mentre qualunque circostanza meritevole di approfondimento deve essere riferita alla Prefettura e alle forze dell’ordine.

“Anche in questo caso, – conclude la Fp – rileviamo che il ruolo degli operatori dei Centri d’accoglienza si arricchisce di un’altra mansione imprevista: da educatori del sociale si diventa controllori. No a questa modalità di gestire l’accoglienza ai migranti, restiamo umani e garantiamo sicurezza e integrazione per tutti”.