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Moby Prince, 29 anni dalla tragedia, prima volta senza manifestazione

Moby Prince

Livorno, il 10 aprile 1991 decine di persone salirono sul traghetto Moby Prince, chi per viaggio e chi per lavoro. Dopo la partenza, la collisione con la petroliera Agip Abruzzo scatenò un pauroso incendio che non lasciò scampo ai passeggeri del traghetto. Morirono in 140, un unico superstite. Dopo 29 anni, i familiari delle vittime aspettano ancora di avere giustizia.

“Per la prima volta, quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, – scrive sulla pagina Facebook della Provincia di Livorno, la presidente Marida Bessi – non potremo essere presenti fisicamente e con il nostro Gonfalone alle cerimonie di commemorazione della tragedia del Moby Prince. Il 10 aprile non mancherà però il nostro pensiero, rivolto prima di tutto al ricordo delle 140 vittime e delle loro vite spezzate, così come non mancherà la nostra vicinanza ai loro familiari, che con coraggio e determinazione da 29 anni chiedono che su queste morti si faccia finalmente luce, dando ai responsabili del disastro un nome e cognome.Raccogliamo l’accorata esortazione che le associazioni dei familiari delle vittime hanno rivolto alle Istituzioni e ci associamo alla loro richiesta, affinché lo Stato mantenga alta l’attenzione su questa tragedia e sulla ricerca della verità. Lo dobbiamo a chi quel giorno perse la vita in un incidente assurdo e a chi da troppi anni attende giustizia e verità”.

Ma questa ricorrenza è stata sottoloneata anche dalle più alte cariche dello stato, “La ricerca di una piena verità sulla tragedia, inaccettabile nelle sue modalità, resta un dovere civile che le istituzioni sono chiamate a perseguire. Le conclusioni della Commissione parlamentare d’inchiesta, istituita nella passata legislatura, possono contribuire a fornire risposte alle domande esigenti dei familiari, delle loro associazioni, della città di Livorno che della tragedia è stata testimone. Al tempo stesso, il ricordo del disastro della Moby Prince impone a tutti, istituzioni e operatori, un rigoroso rispetto delle regole di sicurezza affinché il trasporto di passeggeri e di merci possa svolgersi secondo standard adeguati e con garanzie che costituiscono un pieno diritto – ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – Sono trascorsi ventinove anni da quella tragica collisione, nella rada del porto di Livorno, che costò la vita a 140 persone, passeggeri e componenti dell’equipaggio della Moby Prince. Il ricordo del disastro in mare, il più grave per numero di vittime della nostra recente storia, è incancellabile non soltanto per quanti patirono lo strazio indicibile di veder spezzati gli affetti più cari, ma per l’intero popolo italiano – sostiene Mattarella – In questo giorno di memoria, che l’emergenza sanitaria nazionale impedisce oggi di celebrare comunitariamente, desidero rinnovare la mia vicinanza ai familiari di quanti vennero travolti dallo schianto e dalle fiamme, e a coloro che ancora sono impegnati per giungere a una completa ricostruzione dei fatti, in modo da dissipare dubbi residui e incongruenze”, conclude.

“La strage del traghetto Moby Prince, è una pagina dolorosa della nostra storia contemporanea. Quest’anno, per via dell’emergenza Coronavirus, non vi potrà essere una commemorazione pubblica: a tutti i familiari che per la prima volta non potranno condividere il ricordo dei propri cari, giunga la mia più sentita vicinanza – ha dichiarato la presidente del Senato Elisabetta Casellati ricordando il disastro navale avvenuto il 10 aprile del 1991. Il Presidente Casellati ha aggiunto: – Le famiglie colpite dalla tragedia, così come l’intero Paese, ancora attendono di conoscere tutta la verità su quanto successo quella terribile notte al largo del porto di Livorno. Le Istituzioni – ha concluso – hanno il dovere di non dimenticare e di non lasciare nulla di intentato affinché venga fatta piena luce sul più grave disastro della Marina Mercantile italiana dal Dopoguerra a oggi”.

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