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Moby Prince 33 anni dopo: il ricordo e il lavoro della terza Comissione di inchiesta

moby

Moby prince – Oggi mercoledì 10 aprile ricorre il 33/o anniversario della tragedia del Moby Prince, la più grande sciagura della marineria civile italiana, che si consumò davanti al porto di Livorno. ‘Per non dimenticare’, anche quest’anno il Comune di Livorno, con il patrocinio della Camera dei Deputati, della Regione Toscana, della Provincia di Livorno, dell’Associazione ‘140 Familiari delle Vittime del Moby Prince’ e dell’associazione ’10 Aprile Vittime del Moby Prince, celebrerà l’anniversario con cerimonie e iniziative.

 

“Insistere con Eni affinché condivida con il Parlamento le carte che ha sul perché la petroliera Agip Abruzzo era in un’area dove era vietato l’ancoraggio e cosa stesse facendo” e “insistere con Stati Uniti e Russia per avere i tracciati satellitari di quella notte del porto di Livorno e lavorare per identificare la terza nave che quasi certamente causò la collisione tra il Moby Prince e la petroliera”. Sono i tre suggerimenti che ha dato oggi Andrea Romano, ex presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul disastro che il 10 aprile 1991 costò la vita a 140 persone, ai commissari della nuova commissione parlamentare.

“Quella terza nave – ha spiegato Romano – sfilò di prora di fronte alla Moby Prince mentre il traghetto si avvicinava all’Agip Abruzzo contro la quale andò poi a collidere incendiandosi proprio nel tentativo di evitarla. Il nostro lavoro nella precedente legislatura ci ha permesso di arrivare a un 85% di verità, ma credo che si debbano e si possano individuare le tessere mancanti di questo tragico puzzle e per questo mi permetto di suggerire tre piste che possono agevolare il vostro lavoro di commissari”. Romano ha ricordato che “un grande gruppo come Snam di fronte a un disastro simile ha probabilmente svolto un’inchiesta interna, tuttavia Eni ci ha detto che non aveva più quelle carte ma non abbiamo fatto in tempo a verificarlo. Oggi la commissione con i suoi poteri può verificare questo aspetto importante e ritengo che Eni non debba avere nulla da temere a condividere con il Parlamento queste informazioni chiarendo eventualmente perché questi documenti non ci sono più pertanto auspico che la nuova commissione abbia più fortuna della nostra e trovi maggiore collaborazione”

“Approfondire la questione degli accordi assicurativi tra le compagnie armatoriali della Moby Prince e della Agip Abruzzo, per troppo tempo sconosciuti e che hanno influenzato gli sviluppi delle indagini e la fase processuale. Lo dobbiamo alle 140 vittime di quell’incidente e ai loro familiari che meritano che sia fatta giustizia”. Lo dichiarano i due esponenti di Fratelli d’Italia Alessandro Amorese, vicepresidente della Commissione di Inchiesta sul disastro della Moby Prince, e Maria Grazia Frijia, capogruppo Fdi nella stessa commissione. “Abbiamo cominciato oggi a entrare nel vivo della discussione su quell’incidente di cui il 10 aprile ricorre il 33esimo anniversario. Troppo tempo è passato e il presidente Romano, che era a capo della stessa commissione nella scorsa legislatura, ci ha delineato in audizione i risultati raggiunti e gli interrogativi ancora in piedi. Dobbiamo ripartire dal ribadire una richiesta di maggiore collaborazione innanzi tutto all’Eni, la ricerca dei tracciati satellitari, la rotta tenuta e del perché si trovasse lì l’Agip Abruzzi. Va inoltre approfondita – concludono Amorese e Frijia – l’eventuale presenza di una terza imbarcazione che, con ogni probabilità, potrebbe aver provocato l’incidente”.

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