Chessa e Rosetti, ricerca della verità senza steccati ideologici commentando il primo sì della Camera a una nuova commissione parlamentare
“I proponenti delle tre proposte di legge, poco prima del trentennale, avevano preso la decisione di arrivare con un testo unico e così è stato. E’ stata una scelta importante che va oltre ogni steccato ideologico, una scelta di grande sensibilità, spinta dalla voglia di verità e giustizia”. Lo affermano in una nota Luchino Chessa, presidente associazione10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince Onlus, e Nicola Rosetti, vicepresidente associazione 140 Familiari Vittime Moby Prince, commentando il primo sì della Camera a una nuova commissione parlamentare sull’incidente del 10 aprile 1991 nel quale morirono 140 persone, tra passeggeri ed equipaggio del traghetto, dopo la collisione nella rada del proto di Livorno con la petroliera Agip Abruzzo.
“Sempre di più – osservano Chessa e Rosetti – politica e istituzioni sono al nostro fianco e ci sentiamo meno soli. Grazie anche al Presidente Sergio Mattarella, al presidente della Camera, Roberto Fico, che hanno chiesto con forza di far luce su una strage che aspetta da anni la verità. Grazie al ministro della Giustizia, Marta Cartabia, che ha scritto parole di forte sostegno ai magistrati di Livorno, Ettore Squillace Greco e Sabrina Carmazzi, che stanno indagando alla luce delle conclusioni della precedente commissione parlamentare”. “Vorremmo giusto ricordare – aggiungono – che la causa civile intentata dai familiari delle vittime presso la sezione civile del tribunale di Firenze è stata respinta, anche sulla base di una richiesta dell’avvocatura di Stato, con la giustificazione che gli atti della commissione parlamentare hanno valenza unicamente politica. Ma non è così e speriamo che sia l’ultimo cortocircuito dello Stato”. Infine, Rosetti e Chessa si dicono “fiduciosi che la legge di istituzione della commissione arrivi quanto prima in aula, venga approvata all’unanimità e possa lavorare da subito sugli aspetti ancora oscuri della strage”.