Siena, il rettore dell’Università per stranieri di Siena Tomaso Montanari, scende in campo contro un documento a supporto della guerra in Ucraina firmato da un gruppo di rettori delle università della Federazione Russa.
“Il documento sottoscritto dai colleghi rettori delle università della Federazione Russa lascia sconcertati – scrive in una nota Montanari – Rivendicano senza mezzi termini la scelta scellerata della guerra di aggressione contro l’Ucraina, che definiscono ‘una decisione della Russia’. La sottomissione dei vertici del sistema universitario russo alla propaganda mistificatoria del presidente Putin è totale”, “è un disastro cognitivo e morale, che a noi italiani ricorda in qualche modo la terribile pagina del giuramento di fedeltà dei professori universitari al regime fascista, nel 1931”.
“Sappiamo che la situazione in Russia è terribile – aggiunge Montanari nella nota – e che il dissenso è punito con durezza: ma proprio per questo, da chi ha alte responsabilità ci si aspetta la capacità di opporsi, e di incoraggiare e legittimare le tante e i tanti docenti universitari russi, che stanno coraggiosamente manifestando il loro no alla oscena guerra del presidente Putin”.
Montanari annuncia che “annulleremo ogni eventuale iniziativa ufficiale con i rettori che hanno firmato quell’indegno manifesto, ma la scelta dell’Università per stranieri di Siena è quella di non cancellare i suoi accordi e i suoi scambi con le università russe, e anzi, se possibile, di intensificare le relazioni. Crediamo, infatti, che la libertà accademica sia un bene fondamentale”.
“Proprio ora, i professori russi e le professoresse russe che si oppongono alla guerra hanno bisogno del nostro sostegno – osserva ancora -: le università non sono i loro rettori, così come la Russia non è Putin”. “Crediamo che le scelte di rottura della Commissione europea e di una parte rilevante delle istituzioni scientifiche dell’Europa siano drammaticamente sbagliate – sottolinea Montanari -. Se al vergognoso cedimento dei rettori russi al totalitarismo del governo russo, corrisponderà un totalitarismo occidentalista antirusso, se cederemo anche noi alla logica del nazionalismo, se dimenticheremo quale sia lo scopo delle nostre università: avremo contribuito anche noi a fare la guerra, e non la pace”.