Mar 5 Nov 2024
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Montevarchi, pane ed olio a mensa per bimbi con genitori morosi

Il Sindaco Silvia Chiassai difende la scelta dell’amministrazione: “nessun bambino resta senza mangiare”. Lucia De Robertis, vicepresidente consiglio regionale: “discriminazione incompatibile coi valori fondativi del sistema scolastico”

Se i genitori non pagano la mensa scolastica i bambini avranno un pasto fatto di pane e olio. Succede a Montevarchi, nell’Aretino. Da lunedì scorso, scrive oggi La Nazione, chi non è in regola con il pagamento potrà consumare solo la ‘fett’unta’, come in Toscana si chiama il pane con l’olio, unita a un po’ di frutta e a una bottiglietta d’acqua, da servire su un tavolo separato o in quello destinato a chi porta il pranzo da casa.

La lista dei bambini morosi (6 su 380) è stata trasferita al dirigente scolastico e pare che un’insegnante abbia scelto di donare il suo pranzo a uno dei piccoli ‘morosi’ e di consumare lei al suo posto il pane con l’olio.

Intervistata sul provvedimento, la sindaca Silvia Chiassai, eletta alla guida di una giunta di centrodestra, ha difeso il provvedimento: “A giugno 2016 ho trovato un buco di circa 500 mila euro, derivante dalle morosità accumulate per mense e trasporti. Tengo a precisare che i genitori ‘morosi’ non sono in difficoltà economiche, solo che con atteggiamento ‘furbetto’ hanno accumulato mancati pagamenti”, ha detto il sindaco. Chiassai ha aggiunto che nessun bambino resta “senza mangiare o messo in un angolo perché vengono avvisati i genitori”.

Il “pane e olio ai bambini morosi di Montevarchi è una discriminazione incompatibile coi valori fondativi del sistema scolastico”, tuona la vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Lucia De Robertis, che dopo aver letto del caso ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore regionale della Toscana. “Il legittimo problema del dovuto pagamento del servizio mensa erogato dal comune – spiega De Robertis – non può tradursi in una discriminazione degli alunni. La scelta del sindaco Chiassai di mettere a pane e olio i bambini le cui famiglie non sono in regola col pagamento del servizio mensa ha un impatto pedagogico disastroso, perché scarica sugli incolpevoli bambini i comportamenti omissivi dei genitori”.

 

«La scelta da parte dell’amministrazione di Montevarchi di discriminare i bambini i cui genitori non sono in regola con il pagamento della retta, separandoli dal resto dei coetanei, è un atto fortemente discriminatorio». Così i deputati del Partito Democratico Donati, Ermini, Becattini e Parrini, che annunciano un’interrogazione al Ministero dell’Istruzione. «La notizia che ad alcuni bambini i cui genitori risultano morosi con la mensa, venga dato, in tavoli separati, pane ed olio è gravissima» sostengono.

«Se, come affermato dal sindaco, alcuni genitori hanno un comportamento ‘furbetto’ ci sono altre modalità previste dalla legge per consentire al comune di recuperare le somme dovute evitando una sgradevole separazione tra i piccoli studenti» aggiungono. «Ci auguriamo che l’amministrazione ritiri il provvedimento e prenda misure differenti ma allo stesso tempo presenteremo, assieme ad altri colleghi, un’interrogazione al Ministro dell’Istruzione» concludono.

Sull’episodio è intervenuto anche Bernard Dika, Presidente del Parlamento degli Studenti della Toscana. “Immaginate soltanto l’impatto psicologico per un bambino/a che riceve un piatto con pane e olio e di fronte a lui il suo amico mangia la pasta al pomodoro. Altri bambini potrebbero prenderlo in giro e lui non riuscirebbe a capire.” continua Dika.

“Abbiamo presente il trauma che arrecherebbe questo episodio a un bambino in età infantile? – ribadisce Dika – anche se questo dovesse accadere una sola volta lascerebbe un segno profondo nel bambino interessato.

“Mi chiedo come una Sindaca laureata in psicologia abbia potuto soltanto pensare una cosa simile. Un sindaco non può ridursi ad essere un burocrate, deve trovare soluzioni che tutelino il benessere dei più deboli. Non accettiamo questa discriminazione e faremo il possibile affinché ciò non avvenga, interpellando nel caso direttamente la Ministra dell’Istruzione.”

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