Roma, Elena Gianini Belotti, l’autrice del più celebre libro che ha animato la coscienza femminista non solo in Italia, ‘Dalla parte delle bambine’ (Feltrinelli, 1973), scomparsa ieri all’età di 93 anni, ha ripubblicato lo scorso anno il suo primo romanzo, ‘Il fiore dell’ibisco’ (Rizzzoli, 1985).
“Perché le bambine e i bambini non possono fare le stesse cose? Perché questa differenza? – si legge in una biografia di Elena Gianini Belotti pubblicata sul sito web http://www.enciclopediadelledonne.it/ – Elena Gianini Belotti si poneva queste domande sin da piccola, vivendo come una terribile ingiustizia le limitazioni dovute alla sua appartenenza al genere femminile”.
“Il suo nome è legato al saggio ‘Dalla parte delle bambine’ che tante donne hanno letto ed apprezzato e che è stato un testo importante per le battaglie femministe. La prima edizione vede la luce nel 1973 e né l’autrice né la casa editrice immaginavano il grande successo che il libro avrebbe riscosso”.
“In Dalla parte delle bambine Elena espone la sua tesi secondo la quale la differenza caratteriale tra maschi e femmine non è innata, ma è frutto dei condizionamenti culturali che si subiscono sin dai primi anni di vita: ‘la bambina vivace ed esuberante non rientra negli stereotipi’, si deve quindi intervenire ‘femminilizzando’ questa sua caratteristica”.
“Il maschio spacca tutto è accettato, la femmina no. – si legge in ‘Dalla parte delle bambine’ – La sua aggressività, la sua curiosità, la sua vitalità spaventano e così vengono messe in atto tutte le tecniche possibili per indurla a modificare il suo comportamento”.
E ancora: “I movimenti del corpo, i gesti, la mimica, il pianto, il riso sono pressoché identici nei due sessi all’età di un anno o poco più mentre cominciano in seguito a diversificarsi… a quest’età sono aggressivi maschi e femmine. […] Mentre più tardi l’aggressività del bambino continuerà ad essere diretta verso gli altri, la bambina diventerà auto aggressiva per aderire al modello che la società impone e che le vuole incanalate verso la debolezza, la passività, la civetteria”.
L’ultimo suo romanzo Onda lunga è del 2013: la protagonista, una signora avanti con gli anni, continua a vivere le sue esperienze considerando la terza età una risorsa. Il confronto tra il presente ed il passato a volte fa vacillare le certezze di un tempo ma vi è sempre una reazione che sprigiona voglia di vivere in situazioni che a volte risultano tragicomiche ma che vengono affrontate con sensibile consapevolezza, ironia e spirito critico.